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I titolari sono irreperibili

Mercatino chiuso: cresce la rabbia dei clienti

Mercatino chiuso: cresce la rabbia dei clienti

di Luca Pelagatti

27 Gennaio 2024, 03:01

Il profilo WhatsApp continua a mostrare il volto sorridente dei due soci e il telefono suona regolarmente. Peccato che, in entrambi i casi, nessuno risponda. Mentre il cartello sulla porta sigillata del magazzino («chiuso per problemi tecnici fino al 15 gennaio») suona, più che mai come una beffa.

Si scrive Mercatopoli Parma Centro, si legge fregatura. E i clienti, ormai, lo hanno capito. Per trovare una soluzione e provare a rientrare dei soldi spariti, ieri pomeriggio una delegazione di imbufaliti clienti si è data appuntamento davanti al mercatino che, ormai dai giorni di Natale è chiuso. E da allora dei titolari più nessuna traccia.

«Ci siamo dati appuntamento qui oggi per stabilire una reazione comune», spiegano mentre tutti, a turno, inseriscono il proprio numero telefonico su una chat che, da oggi in poi, sarà il loro canale di comunicazione. «Stiamo pensando, per prima cosa, di rivolgerci alle associazioni di consumatori: chiederemo a loro poi a chi presentare una denuncia sperando che, al più presto, al deposito vengano posti i sigilli. In modo da evitare che i nostri oggetti che si trovano all'interno possano sparire». Una preoccupazione logica che si alimenta con le voci che circolano, non si sa quanto a ragione, secondo cui qualche ombra circospetta sarebbe stata vista aggirarsi intorno alla sede del mercatino. E se ne sarebbero andati poi con della merce caricata in tutta fretta su dei furgoni.

«Sì, perché ci sono due categorie di truffati - spiega uno dei clienti. - Da una parte chi deve ritirare il denaro derivato dalla vendita degli oggetti che hanno lasciato in conto vendita e dall'altra chi vorrebbe riavere la propria merce». In tutti i casi, però, la speranza di riavere quanto dovuto sta iniziando a vacillare. E cresce la rabbia. «Per anni tutto è andato perfettamente - spiegano i clienti di più lungo corso - Poi, di colpo, da novembre i primi segnali di problemi». Ovvero pagamenti anche di cifre modeste rifiutati, strane chiusure impreviste, improvvise sostituzioni di dipendenti. Gli stessi che non sarebbero neppure stati pagati dai titolari che nessuno riesce più a rintracciare.

E per questo rimbalzano le più vaghe ipotesi sui motivi della sparizione: c'è chi immagina una fuga con la cassa e chi parla di una ritirata strategica per colpa di debiti. E intanto si prova a buttare l'occhio dentro il magazzino che, ad un'occhiata da lontano, pare ancora pieno di tutta la merce.

«C'erano due piani pieni di oggetti e sono ancora tutti li - conclude una cliente amareggiata. - Io poco prima della chiusura improvvisa ho portato oggetti diversi per circa 2000 euro. E adesso mi chiedo se riuscirò ad ottenere qualcosa».

Intanto, la riunione si conclude: tutti hanno lasciato nomi e telefono e già nelle prossime ore c'è chi cercherà di contattare un avvocato. Sul muro del deposito troneggia un cartello: «riservato ai clienti». Vista la situazione, pare proprio che il posto auto sia la sola cosa rimasta per loro.

Luca Pelagatti

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