MEDESANO
Medesano Più che un salasso. Oltre 30 milioni da sborsare, per un piccolo ente pubblico come Medesano, significherebbe finire sull'orlo della bancarotta. Perché è questa la cifra messa nero su bianco dalla srl Iniziative generali immobiliari (Igi) nel ricorso al Tar contro il Comune, dopo il no alla variante che avrebbe aperto le porte al polo logistico di strada Ghiaie. Da non sottovalutare, poi, il fatto che, con un contenzioso in atto, gli enti pubblici accantonano una cifra annuale per poter far eventualmente fronte al risarcimento. Quindi, soldi in meno per altre spese.
Un maxi risarcimento che la società pretenderebbe nel caso in cui non si arrivasse a una nuova approvazione della variante, anche tramite la nomina di un commissario ad acta che poi possa procedere alla stipula della convenzione urbanistica.
Al centro del ricorso c'è la delibera del 29 dicembre scorso, quella con cui la giunta ha deciso di cassare la variante al Piano urbanistico attuativo (Pua) per la realizzazione del polo logistico. Una storia ormai annosa, cominciata nel 2007, quando una delibera del consiglio provinciale approvò il Piano territoriale di coordinamento che prevedeva un comparto produttivo sovracomunale in quell'area. E già alla fine di settembre del 2010 la società aveva presentato il piano urbanistico che prevedeva un nuovo polo produttivo di oltre 140mila metri quadri. Ed è con una delibera di giunta del 2016 che il Comune di Medesano approva il progetto che comprende il comparto.
Per la società tutto sembra filare liscio. Anche dopo il 2017, anno in cui viene approvata la legge regionale che ridefinisce il quadro delle norme per il governo del territorio. Per ciò che è stato fatto in passato, infatti, vengono previste due scadenze fondamentali: la seconda, in particolare, fissata al primo gennaio di quest'anno, stabilisce che debbano essere approvati e convenzionati tutti gli strumenti urbanistici «transitori». In questo contesto, considerando la vicinanza con il porto di La Spezia, si creano le condizioni affinché l'area possa diventare di grande interesse anche per la Liguria. Uno scenario che spinge la società a presentare una variante al Pua, per aver la possibilità di creare edifici con una maggiore capienza: dai 32 lotti iniziali, si passa a 5 e infine a un ulteriore accorpamento a 3, con l'adeguamento della viabilità interna. Ed è così che il 26 agosto 2022 la Igi propone la variante della discordia. Una variante - si legge nel ricorso al Tar della società - «non significativa». E «con la legittima aspirazione di poter concludere l'istruttoria e procedere al convenzionamento entro il 1° gennaio 2024».
L'aspettativa del privato? Quella di poter chiudere la partita nell'estate 2023, anche perché nel frattempo sono arrivati i pareri favorevoli dei vari enti competenti. Il sindaco, però, chiede alla società la disponibilità a sborsare 150mila euro per uno studio di fattibilità del nuovo casello autostradale Medesano-Collecchio e un contributo di 2 milioni e 200mila euro per la costruzione della nuova sede dei vigili del fuoco. Costi non previsti e non dovuti, secondo la Igi, che comunque acconsente.
Insomma, sembra che l'approvazione sia in dirittura d'arrivo, eppure i tempi si allungano, e la società invia anche alcune diffide. Arriva anche il parere favorevole dell'Ufficio tecnico, sulla proposta d'approvazione dello stesso assessore all'Urbanistica, oltre a quello del segretario comunale. E la Regione conferma la correttezza della procedura. Ma il 29 dicembre scorso, tre giorni prima della scadenza per poter approvare la variante, la giunta dice no. Non solo. A quel punto, date le ore contate alla scadenza del 1° gennaio, non è più nemmeno possibile mettersi eventualmente al lavoro per firmare la vecchia convenzione del 2016. «Sin da settembre 2023 l'Amministrazione - si legge nel ricorso - ha dolosamente posto in essere una serie di atti volti a ritardare la decisione sulla variante al solo fine di assumere una determinazione negativa in limine alla scadenza».
Così, la società si è ritrovata con una mega estensione di terreni «solo» agricoli. E ha presentato il conto.
Georgia Azzali
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