Intervista
Da Collecchio al Festival internazionale del cinema di Berlino. È soltanto l’ennesimo traguardo raggiunto dall’attrice ventenne Maria Vittoria Dallasta che, negli scorsi giorni, è volata nella capitale tedesca per la prima di «Gloria!». Il film, co-scritto e diretto dalla cantautrice e attrice Margherita Vicario, è una commedia musicale ambientata in Italia e Maria Vittoria è una delle cinque protagoniste.
La pellicola, infatti, ci trasporta malinconicamente tra le calli del Veneto di fine Ottocento. Sì, malinconicamente, perché le vicende ruotano tutte attorno a un luogo iconico della Serenissima, il Pio Ospedale della Pietà.
«Il film parla di cinque ragazze all’interno di un orfanotrofio veneziano» spiega la Dallasta, che impersona una delle cinque orfane, Marietta. «L’Ospedale della Pietà era tutto femminile e alle ragazze all’interno veniva fatta studiare musica perché mancavano orchestre nelle chiese di Venezia».
Il personaggio interpretato da Maria Vittoria è il più giovane delle cinque. «La cosa che mi è piaciuta fin da subito di Marietta è la sua sincerità disarmante – racconta – nei confronti di sé stessa e soprattutto il fatto che non ha paura di esprimersi. Sono questa sua freschezza e spontaneità a farla risultare pura. È un personaggio diretto, non è bloccato dalle sovrastrutture della società. Questa sua grande sincerità verso di sé è una parte della forza di solidarietà che si è, poi, instaurata tra le ragazze».
Un personaggio con cui Maria Vittoria ha sentito fin da subito un forte legame. «L’ho sentito molto mio, soprattutto per la sua particolarità dell’esprimersi in scioltezza. Anche io mi ritengo molto spontanea ma come tutti mi sento, in parte, bloccata dalle sovrastrutture della società. Questa spensieratezza che ha Marietta è una cosa che a me, in qualche modo, manca ancora ed è stato bello avere avuto possibilità di esplorarla tramite il suo personaggio».
Per la preparazione di questo film, però, non sono servite soltanto delle canoniche prove teatrali: «Abbiamo dedicato mesi di training con un direttore d’orchestra e un violinista-violista per sembrare il più possibile musiciste. Io avevo studiato violino e clavicembalo al conservatorio ma ho interrotto gli studi un po’ prima del set di “Gloria!”, questo allenamento mi ha aiutato a riprendere confidenza con lo strumento».
Un percorso difficile che, però, ha dato la possibilità a Maria Vittoria di confrontarsi con svariati professionisti. «Mi sono rimaste impresse la dedizione e l’amore che Margherita Vicario ci ha trasmesso mentre dirigeva e raccontava la storia del film. È davvero un’artista a tutto tondo». Infine, non potevamo non chiederci: che effetto fa partecipare come attrice a uno dei più importanti festival del cinema? «È stato ancora più bello per il fatto che, pur avendo recitato, non avevamo ancora visto il film; quindi, è stata una prima visione anche per noi. Siamo tutte al settimo cielo ed estremamente grate. C’è stata una grandissima partecipazione del pubblico sia durante che alla fine della proiezione».
Andrea Grassi
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