LA GAZZA LADRA
Non vorrei sembrare irrispettoso ne irriverente ma consiglierei ai Ferragnez un gran bel libro che potrebbe risultare utile ad entrambi, (lettura da separati, visto il momento «delicato»): «Dopo la caduta», autore Arthur Miller, intellettuale di altissima levatura ma uomo che come tanti, cede alle lusinghe della bellezza seduttiva e sposa Marylin Monroe... Non che sia della stessa natura, ma il rapporto tra la Ferragni e Fedez mi fa pensare a come sia possibile «sostituire» al vero il «verosimile», cioè non credo interessi a nessuno sapere se i due si siano lasciati perché le reciproche vanità e supponenze condite dai cospicui guadagni, si siano come esaurite come le pepite dei cacciatori d’oro o se ce lo vogliono far credere, pur di restare al primo posto tra le persone di cui si parla. L’importante, almeno per noi ingenui creduloni amatoriali, è poter dire la nostra, sentirci qualcuno se esprimiamo un parere, se li bolliamo come «colpevoli» al grido di «vi sta bene, avete messo su una scena talmente finta che non poteva che crollare» o «ma non vi siete mai amati, cosa tirate fuori la storia dei figli come se per voi fossero così importanti da avere il primo posto nei vostri interessi, voi che li usate come «paraculata» infilandoli anche nei social...», o al contrario, se siamo a pollice in su, pensiamo «che tristezza, prima o poi tutte le storie belle finiscono, che dispiacere» o «li seguo fin da quando si sono sposati in diretta sui social, è come sentirsi parte della famiglia e con loro vivere di riflesso lo loro stessa esistenza, non c’è nessun mistero o strategia, sono due belle persone cui l’amore ha dapprima offerto un destino splendido, e ora lo stesso destino beffardo, glielo ha tolto...». Avendo conosciuto entrambi, in momenti differenti e non da coppia, una mia idea me la sono fatta, valga o meno per inquadrarli non lo so e nemmeno mi preme il pensiero. Chiara mi balzò davanti agli occhi nel 2009: allora aveva da poco aperto un blog «the Blond salad», carino e molto ben confezionato, tanto che decisi d’invitarla a Radio Deejay per una diretta. La vidi arrivare, preceduta da due bodyguard che ispezionarono ogni cm degli studi, prima di farla entrare. Però, mi dissi, è già diva prima di esserlo veramente, e da un «esordio» così si capisce buona parte di ciò che è poi avvenuto...
Federico invece l’ho visto più volte, sempre per gli incontri radiofonici, ma non ci siamo mai presi un granché: musicista fantastico se non eccelso, mentre eccelsa e spocchiosa la sua supponenza, che ho sempre pensato fosse una difesa per non dover apparire troppo «normale» se non fragile...
Superata la trentina entrambi, mi chiedo perché dobbiamo essere o a loro favore o incolparli di chissà quali nefandezze: si sono mossi in mezzo a un mare di alghe molli, ne hanno sicuramente tratto utili che garantiscono loro una vita più che agiata anche ora che gli «affari» sembrano in caduta libera, per cui un bel «ma chi se ne frega» ci sta, anzi, è doveroso: per chi si mette in mostra e in mostra vuole restare è questa la reazione che nasce, come dire, spontanea... Buona Domenica.
Mauro Coruzzi
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