Collecchio
Ultima ricetta per il medico di famiglia Fabrizio Peri: va in pensione dopo 40 anni di servizio. Apprezzato e stimato dalla comunità, si è dedicato alla medicina con passione, professionalità e tanta umanità.
Laureato in medicina e chirurgia nel 1982 con una tesi in cardio chirurgia con il professore Francesco Fesani, ha prestato servizio militare come ufficiale per prendere l’abilitazione nel 1984 e diventare titolare di guardia medica a Berceto e Fornovo tra il 1984 e il 1991. Fu proprio in quell’anno che fu protagonista di un bell’episodio che ricorda con piacere: «Una donna incinta di Pellegrino stava per partorire, a Varano in ambulanza nacque una bella bambina, Alice, proprio tra le mie mani. Fu un’esperienza entusiasmante, che ha lasciato il segno». Accanto alla medicina la passione per la musica: il padre, Carlo, era un fisarmonicista con i fiocchi. Gli vietò, però, di fare il conservatorio e durante il liceo al Marconi, agli inizi degli anni Settanta, frequentò i liberi corsi del conservatorio per organo con la maestra Elsa Balzonello Zoja.
Dal 1990 al 2013 ha avuto lo studio medico in viale Libertà nella sua abitazione per unirsi, poi, nel 2013, agli altri otto medici della Casa della Salute di via Moro. Dal 1990 è medico di diagnosi e cura della casa di riposo di Sala Baganza, villa Benedetta. Che cosa le lascia l’attività medica? «La soddisfazione per essermi realizzato professionalmente ed aver fatto qualcosa di buono per la mia comunità. Tutto questo è stato possibile grazie a mia moglie Marisa che si è occupata della famiglia e dei nostri cinque figli».
In 40 anni di servizio ha conosciuto centinaia di pazienti. Ai ricordi belli di una vita si uniscono anche quelli tristi: «A volte – spiega – ti trovi davanti a situazioni in cui essere medico comporta anche il dovere di comunicare verità ineluttabili, spesso inaspettate, e ti capita di diventare compagno degli ultimi momenti di vita di una persona».
Progetti per il futuro? «Coltivare il mio orto, la passione per la musica e lo studio del gesuita, filosofo e paleontologo Pierre Teilhard de Chardin».
E conclude: «La musica è cibo per lo spirito, senza il quale l’esercizio della medicina potrebbe essere l’esercizio di un mestiere che per me è una professione nella quale si è concretizzato il mio spirito».
Gian Carlo Zanacca
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