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Provazzano in festa per i 90 anni dell'oste Bertino

Provazzano in festa per i 90 anni dell'oste Bertino

27 Febbraio 2024, 03:01

Novant’anni sono un bel traguardo, specie se ci arrivi sulle tue gambe e circondato dall’amore e dall’affetto della tua famiglia. Nei giorni scorsi Lamberto Corradi, per tutti Bertino, oste e barista di Provazzano, dopo aver ricevuto un omaggio floreale dal sindaco di Neviano Raffaella De Vincenzi, è stato festeggiato da moglie, figlie, nipoti e pronipoti in un banchetto che gli avrà un po’ ricordato quello delle nozze con l’Antonia, celebrate sessant’anni fa…

Aniceto e Oriele
Bertino arriva a Provazzano nel 1953, nel classico trasloco di San Martino, rilevando l’osteria del paese con il padre Aniceto e la madre Oriele. Per prima cosa però deve assolvere gli obblighi militari: un anno e mezzo negli Alpini a Tolmezzo. Al ritorno può dedicarsi al suo locale: e quante ne ha poi viste e sentite in settant’anni di lavoro. Dai tempi delle primissime tv e di «Lascia o Raddoppia» che tutto il paese andava a seguire al bar, a quelli dei primi piatti cucinati dall’Oriele per i lavoratori di passaggio, ad ampliare l’attività a vera e propria trattoria. E poi l’amore per Antonia, e via via la nascita di Anna Maria, Roberta, Francesca.

Posto telefonico
A fianco al bar, che comprende il posto telefonico pubblico, la tabaccheria e l’edicola, c’è il negozio di drogheria ma, per diversi anni, anche un forno per la produzione del pane, la maialatura, la stagionatura dei prosciutti, il disosso manuale. Bertino si rimbocca le maniche, sa fare di tutto e dietro il banco del bar vede passare varie generazioni e crescere un’Italia diversa. Le rivalità tra Bartali e Coppi, tra Dc e Pci, tra la sua Juve e tutte le altre… Ai tavolini si gioca a briscola e a gilé, si fumano Nazionali senza filtro, si bevono quarti di rosso e le spume. La vita gli riserva gioie e dolori: dalla scomparsa dei genitori e dei fratelli alla nascita di quattro nipoti e tre pronipoti.

Inamovibile roccia
Lui, solido patriarca, è un po’ una roccia che i flutti bagnano ma non spostano. Nel 2008 rileva la vecchia scuola del paese e ne ricava una moderna e più ampia sede per la sua attività. La figlia Francesca sceglie di proseguire con passione sulla sua strada e fa tesoro della sapienza dei genitori. Il bar si vuota perché la gente ormai preferisce divano e tv? Largo allora alla cucina con i piatti della tradizione e, perché no, anche alla pizza. E lui è sempre lì: se non trova più soci per briscole e scope, tra un caffè e l’altro da servire ai clienti si diverte con i solitari al computer. Sempre pronto ad ascoltare tirate e sfoghi degli avventori e ad alleggerirli con una battuta. Il suo stile di vita gli ha permesso di visitare di rado ospedali e farmacie. «E vorrei continuare così ancora per un pezzo», ha detto spegnendo la candelina a fianco di quel numero così tondo. 

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