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Editoriale

La situazione economica e il nuovo patto di stabilità

La situazione economica  e il nuovo patto di stabilità

di Alfredo Alessandrini

05 Marzo 2024, 13:00

Le previsioni di andamento del Pil dei Paesi della zona euro per il 2024 da parte dei maggiori centri studi evidenziano una situazione non lontana dalla stagnazione.
Infatti la previsione del Pil 2024 della zona Euro del Fondo monetario internazionale è dello 0,9%, del l’Ocse dello 0,6% e della Bce dello 0,8%.
Come possiamo vedere, al di là di un decimale avanti o indietro, le previsioni confermano le aspettative di un anno difficile per fortuna non di recessione ma comunque di stagnazione.
E allora come si muove il nostro Paese in questo quadro economico?
Partiamo dalle previsioni di crescita del Prodotto interno lordo per analizzare poi i primi dati andamentali di gennaio 2024.
Secondo le stime Ue l’Italia dovrebbe avere un Pil dello 0,7%, leggermente più basso della media della zona Euro dello 0,8% e, per fare due esempi, più bassi dello 0,9% della Francia e dell’1,7% della Spagna, che sta viaggiando a ritmi di crescita significativi.
Vediamo ora di analizzare i primi dati che riguardano le componenti rilevanti del quadro economico.
Partiamo dai dati diffusi dall’Istat con l’aggiornamento dell’11 gennaio 

che ha evidenziato un andamento complessivo in flessione della produzione industriale nella media dell’ultimo trimestre 2023 e in particolare l’andamento negativo di novembre 2023.
Naturalmente questa situazione difficile di fine 2023 trascina con sé un inizio difficile del 2024.
Analizzando in particolare il dato dell’occupazione, che era andato bene nel 2023, vediamo a gennaio 2024 alcuni segnali di cambiamento di scenario in quanto l’occupazione registra un calo di -0,1% pari a 34.000 unità tra gli uomini, gli under 34, i dipendenti a termine che avevano contribuito al dato positivo del 2023, gli autonomi; l’unico dato positivo è che cresce l’occupazione delle donne e degli over 50.
Dovrebbe confermarsi per il 2024 il dato positivo di riduzione dell’inflazione anche se per gli alimentari e soprattutto la frutta e la verdura assistiamo ad aumenti molto pesanti che incidono in modo significativo sul costo del carrello della spesa delle famiglie.
Passiamo ora ad una analisi dei dati del deficit sul Pil e del debito sul Pil; mentre quelli del debito sul Pil del 2023 evidenziano un miglioramento, arrivando al 137,3% a causa del leggero miglioramento del Pil 2023 che è passato dallo 0,8% della Nota di aggiornamento del Def allo 0,9%, invece i dati sul deficit annuale dello scorso anno sono del 7,2%, peggiorati rispetto alle previsioni della Nadef del 5,3%; questo preoccupa in vista degli appuntamenti con la Commissione europea di fine giugno.

Infatti con questo dato è possibile l’avvio di una procedura per deficit eccessivo e questo renderebbe ancor più difficile il quadro economico complessivo.
Questo anche alla luce del nuovo Patto di stabilità e crescita che, dopo l’accordo fra Consiglio e Parlamento europeo, entrerà in funzione.
Pur consentendo una maggiore flessibilità per i Paesi che hanno deficit e debito al di sopra dei parametri che restano quelli precedenti, conserva le salvaguardie richieste in modo ultimativo dalla Germania e dagli altri Paesi cosiddetti frugali.
Da conteggi che abbiamo fatto con il nuovo Patto il peggioramento del bilancio pubblico sarebbe di almeno 10 miliardi di euro che però altre stime che abbiamo potuto vedere portano a 12 miliardi.
A questo punto veramente la nostra opportunità maggiore sta nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza sperando che gli obiettivi di investimento vengano raggiunti secondo l’agenda che il Governo ha fissato e che le riforme previste vengano attuate in modo da consentire una rendicontazione puntuale alla Commissione europea.

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