Marco Bosi
Sono tanti i cantieri che stanno interessando alcuni fra gli impianti sportivi più significativi di Parma. Palaraschi, Palaciti, la palestra «per tutti» a Moletolo, ma anche il nuovo centro polivalente nell'ex Cral Bormioli. Ma all'orizzonte si profilano ulteriori interventi. Li rivela l'assessore allo sport del Comune di Parma Marco Bosi. Prima di tutto la questione più spinosa: il futuro della piscina di via Zarotto, chiusa da due anni per problemi strutturali. «Siamo ormai convinti che la ristrutturazione sia molto complicata - spiega l'assessore Bosi - Andremo quindi verso la demolizione dell'esistente e la costruzione di un nuovo impianto con un investimento che potrebbe anche superare i 7,5 milioni già stanziati. La cifra finale dovrebbe attestarsi sui 10 milioni. Abbiamo intrapreso già questo percorso con uno studio di progettazione di Bologna specializzato in impianti natatori».
I tempi?
«Questa settimana abbiamo un incontro congiunto fra il settore sport, lavori pubblici e lo studio di progettazione per fare un'analisi accurata e ci terrei a chiudere personalmente questa partita perché mi sento responsabile di questi due anni di stop dell'attività. Forse abbiamo fatto un errore dal punto di vista della programmazione».
In un settore che da sempre ha evidenziato carenze.
«Parma per la verità ha tante piscine, molte di più delle città vicine. A Reggio Emilia, ad esempio, c'è solo un impianto pubblico. Ma c'è il problema, che scontano tutte le discipline sportive, della concentrazione di tutte le attività nella fascia 17-19,30. A differenza di 20 anni fa dove i più piccolini cominciavano a fare sport nel primo pomeriggio, oggi, vedi tempo pieno a scuola o impegni lavorativi di entrambi i genitori, tutto è rinviato al tardo pomeriggio o alla sera. Nonostante il calo demografico servono quindi più impianti. Per questo motivo via Zarotto è fondamentale ed il suo futuro rientrerà in una programmazione complessiva che terrà conto delle strutture presenti, delle loro caratteristiche e ovviamente delle esigenze delle società sportive».
Palaciti e Palaraschi chiusi nello stesso periodo. Questo ha causato anche molti problemi all'utenza. Era necessario?
«C'era la grande opportunità dei fondi Pnrr. Pensiamo ai 4 milioni del Cral Bormioli, agli altri 4 del palasport e ai 2 milioni e mezzo del Palaciti, solo per citare i più importanti. E ci metto anche i 138 milioni dello stadio, anche se sono fondi privati. Erano tutti treni che rischiavano di non passare mai più e noi abbiamo un impiantistica sportiva storicamente vasta, ma anche datata. L'impianto di via Zarotto, ad esempio, era all'avanguardia quando era stato costruito, era altamente innovativo, ma oggi è tutto cambiato, soprattutto per quanto riguarda il contenimento dei consumi energetici».
Quando il taglio del nastro del nuovo Palaciti?
«I tempi sono quelli indicati dal Pnrr. Il cantiere deve terminare entro marzo 2026».
Per il Palaraschi?
«La data è la stessa per il rifacimento del tetto e per alcuni leggeri interventi di restyling. Qui però si deve fare un discorso più ampio sulla sostenibilità di un impianto che ormai richiede un totale ripensamento perché non risponde più alle esigenze dei tempi. Il problema principale è la parete verticale alle spalle del campo che impedisce la realizzazione di grandi eventi televisivi che vogliono nelle inquadrature il pubblico. Il progettista a cui avevamo affidato il masterplan aveva superato il problema degli spazi ristretti con una tribuna verticale a palchi, sul modello della “Bombonera” del Boca Juniors. Servono ovviamente le risorse per fare tutto questo e serve un gestore che sappia fare il gestore, cioè attrarre quegli eventi che servono per la sua sostenibilità economica dell'impianto. Non nascondo quindi che il cantiere in corso potrebbe avere una gestazione più lunga e, assieme ad un partner privato, completare questa idea e riportare così a Parma i grandi eventi, anche musicali, e, perché no, dare ancora più impulso al volley parmigiano per ritornare ad essere protagonista a livello nazionale. Quanto successo con l'Energy in termini di presenze di pubblico dimostra come in città ci sia ancora tanta fame di pallavolo».
Il cantiere dell'area dell'ex Cral Bormioli finalmente comincia a crescere.
«Qui il progetto risale a quando assessore era Giovanni Marani ed era stato finanziato con il primo bando periferie del governo Renzi, era la fine del 2016. Poi quei fondi sono stati prima tagliati e poi rifinanziati. È stato un percorso travagliato anche per problemi con l'impresa, ma ora siamo fiduciosi che il 2024 siano l'anno buono per il suo completamento. Abbiamo fatto un sopralluogo due settimane fa e i lavori procedono».
È già visibile la grande volta in legno della palestra...
«Che sarà un impianto di grandi dimensioni, con due campi affiancati che potranno anche trasformarsi in un unico centrale in grado di accogliere il pubblico attraverso delle gradinate retrattili. Questo sistema, assieme alla struttura in tela che permette maggiori vie di fuga, ci permetterà di avere capienze importanti».
Superati al Palalottici i problemi dell'impianto di riscaldamento?
«Abbiamo trovato una soluzione tampone, ma è stata ordinata una nuova caldaia da 30mila euro con cui sostituiremo l'attuale».
Nel vicino Lauro Grossi cosa avete in programma?
«Abbiamo stanziato 300mila euro per il rifacimento della pista di atletica, usurata in alcune parti, sopratutto nella prima corsia. Qui negli anni sono stati tanti gli interventi, dal campo alle lunette, dagli spogliatoi alle tribune. Quest'ultimo intervento ci permetterà di ambire, in accordo con il consorzio delle società che gestisce l'impianto, ad ospitare i campionati assoluti di atletica leggera. E questo, grazie alla nuova pista che completeremo nei prossimi mesi, potrà avvenire già nel 2025, oppure nel 2026».
Tornando ai fondi del Pnrr c'è poi la nuova palestra di Moletolo «per tutti». Non rischia però di diventare una sorta di ghetto?
«No, perché è stata pensata per la pratica sportiva comune di disabili e normodotati. È stata progettata perché gli spazi siano davvero usufruibili da tutti, senza bisogno di percorsi differenziati. La filosofia è quella del sitting volley dove si gioca tutti insieme».
Lì vicino c'è il campo di allenamento dei Panthers. La questione del campo dove giocheranno il campionato?
«Abbiamo anche quest'anno conciliato le esigenze del football americano e del rugby al Lanfranchi, quindi non ci saranno problemi. Ma stiamo pensando anche di dotare di una tribuna da 500, 1.000 posti un altro campo e farlo diventare la nuova casa dei Panthers. Un'ipotesi potrebbe essere il nuovo campo che sta sorgendo nell'area dell'ex Cral Bormioli».
Nel futuro del calcio si parla sempre di più di campi in sintetico. È così anche a Parma?
«Noi avevamo un solo sintetico allo Stuard, che abbiamo ultimamente rinnovato, ma sappiamo bene come si debba implementare questa dotazione creando forti sinergie con le società sportive. È successo per i campi a nove del San Leo e della Juventus Club e, più recentemente, per quello dell'Inter Club. Ora stanno partendo la Montebello e l'Audace e l'anno prossimo toccherà alla Rugby Parma».
Ci sarà l'effetto Sinner? Aumenteranno i ragazzi che praticano tennis?
«Ci potrebbe essere anche a Parma dove c'è comunque una tradizione importante per quanto riguarda i circoli di tennis. C'è però bisogno di impianti accessibili a tutti e noi in città ne abbiamo alcuni come l'Olimpica tennis e l'Inzani a Moletolo. Ma dobbiamo intervenire ulteriormente, penso alla Raquette e ad altre aree, perché la domanda potrebbe aumentare significativamente, nonostante ci siano anche altre discipline, come il padel, che hanno già attirato l'attenzione di molti appassionati.
Quanto costa al Comune la gestione degli impianti?
«Spendiamo 3 milioni di euro all'anno e in questa ottica diventa fondamentale la riduzione dei costi energetici. L'impiego delle luci al led è diventato negli anni un intervento sempre più sostenibile dal punto di vista economico rispetto a qualche anno fa. Abbiamo così fatto un investimento importante nelle torri faro dello stadio del baseball che ci ha permesso di riqualificare completamente l'illuminazione. Cambieremo le luci dei proiettori di due campi da allenamento a Moletolo e nel 2024 interverremo anche su altre strutture; stiamo già valutando alcuni impianti di calcio. Non dimenticando che molto è già stato fatto da Parma Infrastrutture».
C'è poi il capitolo dei bonus famiglia. Quanto investite ogni anno?
«Il diritto allo sport è la cosa di cui sono più orgoglioso, perché sapere che ogni anno ci sono 1.500 fra ragazzi e ragazze che possono fare attività è davvero bellissimo. Quando mi confronto con i colleghi delle altre città nessuno ha una misura di questo tipo, e di queste dimensioni. Noi siamo partiti con 200 ragazzi e siamo arrivati a 1.500. Oggi poi abbiamo optato per un voucher che va direttamente alla società sportiva con parametri che vanno dal 70% del costo dell'attività ai 500 euro totali e questo permette di fare fronte a molte domande. Siamo arrivati a 400 mila euro all'anno di stanziamento e stiamo pensando anche di introdurre degli scaglioni di reddito ma senza toccare il valore del voucher».
Quali interventi per garantire l'attività sportiva ai più piccoli?
«Qui resta fondamentale la collaborazione con Giocampus che ha permesso ai bambini delle scuola primarie di fare in questi anni educazione motoria con in più educazione alimentare. Inoltre il lavoro di Giocampus è importantissimo anche sul tema delle disabilità. C'è una domanda, purtroppo molto crescente, sulle disabilità intellettive e noi, da alcuni anni, con il progetto Giocampus riusciamo a garantire un laureato con competenze specifiche da affiancare all'educatore. Questo permette alla classe di fare delle attività che includano davvero tutti».
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