Toto-nomine
È se dal prossimo anno ci fosse la parmigiana Cristina Ferrari alla guida della Scala (peraltro prima donna in questo ruolo)? L'ipotesi non è balzana: a formularla usando parole di stima - ieri sulle pagine de «La Stampa» - è stato il sempre ben informato Alberto Mattioli («eccellente reggitrice del Municipale di Piacenza»).
«L'affaire Scala» è da un po' all'attenzione degli addetti ai lavori. In questi mesi verrà deciso chi guiderà la Scala dopo il febbraio dell’anno prossimo, quando scadrà il contratto del sovrintendente Dominique Meyer. A ribadirlo, in vista della seduta del Cda di oggi, in cui però l’argomento non è all’ordine del giorno, sono stati anche i sindacati dei lavoratori con la Cgil che ha inviato una lettera aperta al sindaco Giuseppe Sala, presidente del teatro. Dopo il “no” a Carlo Fuortes, ex Ad Rai, sono stati fatti alcuni nomi, fra cui quello del sovrintendente della Fenice di Venezia Fortunato Ortombina e del presidente Siae Salvo Nastasi; e nomi di possibili direttori artistici come Peter de Caluwe. Ma tutto è ancora in divenire. Lo stesso Fuortes è al momento senza incarico, pur essendo stato indicato come sovrintendente dal Consiglio di indirizzo del Maggio Musicale Fiorentino ma con “coté” di polemiche, come avevamo riportato nei giorni scorsi.
Si sa che Sala ha incontrato a cena il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che sarebbe per un cambio e soprattutto - dopo tre sovrintendenti stranieri di fila (il francese Lissner, l'austriaco Pereira e l'attuale Meyer, anch'egli francese) - vorrebbe una guida italiana. Ma l’ipotesi di prorogare, almeno un paio d’anni, Meyer, non pare del tutto accantonata, anche perché il decreto che pone il limite dei 70 anni per i dirigenti, anche stranieri, non dovrebbe valere per la Scala che ha uno status autonomo rispetto alle altre fondazioni liriche. La questione nell'odierna riunione del cda non è all’ordine del giorno, anche se questo non esclude che se ne parli.
Giusto “a puntino”, ieri su «la Stampa» Mattioli ha rivelato una lista di toto-nomi, dando rilevanza alla ipotesi di Cristina Ferrari. Raggiunta telefonicamente nel pomeriggio di ieri, Ferrari - che nell'ambiente è nota per preparazione, capacità e sano pragmatismo - commenta scaramanticamente: «Personalmente non posso che essere lieta e onorata di essere inserita fra i nomi ristretti che si fanno per la Scala. E soprattutto sono molto soddisfatta che questo sia indirettamente un chiaro e completo riconoscimento del lavoro che si conduce al Municipale di Piacenza. Altro, come potrete ben capire, non mi sento di dire in questo momento». Ed è un' «utile precauzione», diremmo noi, parafrasando «Il barbiere» di Rossini, perché le vie delle nomine, si sa, sono sempre lastricate di imprevisti, specie se si tratta del più noto teatro italiano nel mondo. Un'ultima annotazione: tra i “papabili” vi è Fortunato Ortombina, mantovano di nascita che ha compiuto la sua formazione al Conservatorio «Boito» di Parma, cui è rimasto legato.
Mara Pedrabissi
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