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La proposta

Camera acustica per il Farnese per farlo riviviere

Camera acustica per il Farnese per farlo riviviere

di Katia Golini

14 Marzo 2024, 03:01

Una specie di conchiglia, in legno, a moduli smontabili. Una macchina teatrale per completare quella scena che oggi è monca. Proviamo a immaginarlo come era una volta: un teatro vero e proprio, animato dalla musica e dalla parola, reso vivo dalla presenza del pubblico che potrebbe abitarlo regolarmente non solo come luogo di transito per andare altrove. Pensiamo cosa potrebbe rappresentare per l’intera città il magnifico Teatro Farnese, che oggi conosciamo per averlo visto come accesso alla Galleria Nazionale. L’idea di ricostruire una camera acustica, l’unico elemento mai ricostruito dopo la devastazione delle bombe, è di Marco Bronzi e Sebastiano Rolli, rispettivamente fondatore e direttore principale dell’Orchestra da camera di Parma e dell'Associazione Salotti Musicali Parmensi. Entrambi parmigiani, il primo direttore del Conservatorio di Bolzano, il secondo direttore d'orchestra ambito dai principali teatri nazionali.

«La realizzazione della camera acustica al Farnese avrebbe un enorme valore storico: il teatro può essere utilizzato regolarmente per momenti musicali; ricostruire quello che manca sarebbe un gesto rispettoso della sua vocazione originaria - spiega Rolli -. Avrebbe anche un inestimabile valore artistico perché, ricomposto nella sua forma originaria, potrebbe tornare ad assolvere al proprio compito di luogo deputato alla produzione musicale. Si tratta di uno dei teatri più belli e importanti del pianeta: è un peccato mantenerlo tronco della sua parte musicalmente più significativa».

Ripristinare funzione e antico aspetto, dunque, costituisce lo scoop di restituire alla città uno dei suoi luoghi più belli. «Il teatro Farnese continua a non essere utilizzato, se non saltuariamente, perché acusticamente poco funzionale - sottolinea Bronzi, che da tempo si batte per questo progetto -. Con la realizzazione di una camera acustica si potrebbe riportare l’orchestra sul palco e realizzare opere che vanno dal periodo tardo barocco al primo ottocento, ripristinando la funzione teatrale per cui il Farnese era nato. La città si è abituata a vederlo come luogo di passaggio, come ingresso alla Pinacoteca. Il nostro sogno è rivederlo in funzione in quanto teatro, restituirlo alla città e farlo vivere come merita. Potrebbe diventare un luogo di rilevanza produttiva e punto di riferimento per il turismo culturale.

«Diventerebbe il luogo ideale per musica di epoca farnesiana e borbonica, di autori del territorio - prosegue Rolli - da Paer e Cagnoni a Rugarli, Alinovi, Giacomelli... La stessa Maria Luisa di Borbone Parma, moglie di Carlo IV di Spagna, scrisse quattro sinfonie. Pochissimi frequentano ancora questo repertorio immergendolo nella sua cornice più adeguata: il Farnese, completato della sua camera acustica, potrebbe tornare ad esserne la casa privilegiata».

Da cinque anni l'Associazione guidata da Bronzi (della quale Rolli è entrato a far parte nell'ultimo anno) organizza, con il sostegno di Fondazione Cariparma, il Festival delle Divine Armonie, iniziativa artistica itinerante di musica da camera fra Settecento e Ottocento. Nel tempo l'Orchestra da camera di Parma si è esibita in luoghi sempre diversi contribuendo alla loro riscoperta: Santa Cristina in via Repubblica, il teatro Maria Luigia, San Pietro in piazza Garibaldi solo per citarne alcuni. Il sogno è potersi esibire al Farnese al più presto. E magari fare del teatro la propria residenza artistica.

Katia Golini

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