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IL CASO DELLE PARTECIPATE

Alfa, ex dipendente si era intascato 193mila euro. Ma la querela arriva tardi e viene prosciolto

Alfa, ex dipendente si era intascato 193mila euro. Ma la querela arriva tardi e viene prosciolto

di Georgia Azzali

20 Marzo 2024, 03:01

Quindici giorni tra la (possibile) condanna e il proscioglimento. Un ritardo di un paio di settimane nel depositare la querela, e il caso si è sgonfiato come neve al sole. E così l'ex dipendente di Stt, finito sotto inchiesta nel 2021 e accusato di peculato per aver distratto dalle casse della holding comunale quasi 260mila euro, è uscito (almeno per ora) senza macchia dal processo.

Torniamo al marzo di tre anni fa, quando in consiglio comunale il sindaco Federico Pizzarotti annunciò che qualche settimana prima erano emersi passaggi sospetti di denaro dal conto della società Stt, holding comunale ora in liquidazione, a quelli di un dipendente. Ma poi si scoprirà che il funzionario - 54enne, origini foggiane - si era dedicato da anni a quel valzer di bonifici a suo favore e ricariche su carte prepagate, e non solo da Stt, ma anche da Alfa, società nell'orbita di Stt.

La somma totale? Circa 260mila euro: 63.337 euro drenati dalla holding tra il 2018 e il 2021 e 193.598 euro fuoriusciti dalla controllata tra il 2016 e il 2018. Prelievi che, dopo essere finito sotto inchiesta, il dipendente ha ammesso davanti agli inquirenti. Eppure, tutto ciò non è bastato per arrivare a una condanna, per altro con rito abbreviato, come aveva scelto l'ex dipendente, considerando che così avrebbe comunque potuto contare sullo sconto di un terso della pena. Motivi giuridici e allo stesso tempo molto concreti: il gup, dopo aver riqualificato il reato di peculato relativo ai prelievi fatti dai conti di Alfa in furto aggravato, ha dichiarato il «non doversi procedere» nei confronti dell'ex dipendente per difetto di querela. Il difensore, Daniele Carra, ha dimostrato che la denuncia relativa agli ammanchi di Alfa, che a dir il vero erano anche quelli emersi in seconda battuta, era stata presentata in ritardo dall'allora amministratore unico di Stt, ossia il 4 novembre 2021. La relazione di Pwc, la società di revisione che aveva analizzato i bilanci facendo luce sui buchi, era stata infatti depositata il 20 luglio, quindi la querela aveva sforato i tre mesi previsti dalla legge come termine ultimo.

Maledetto ritardo, almeno per le casse pubbliche, considerando che, anche alla luce della confessione, la condanna era quasi scontata. Complessivamente, considerando le accuse relative ad Alfa e quelle riguardanti Stt, il pm Francesca Arienti aveva chiesto 2 anni e 8 mesi di pena. Ma se le imputazioni per la controllata sono evaporate, quelle per la holding che fine hanno fatto? Tutto (o quasi) da rifare. Il giudice ha infatti deciso di trasmettere gli atti in procura, dopo aver ravvisato anche in quella serie di prelievi dei furti aggravati, non un peculato, come sostenuto dall'accusa, oppure un'appropriazione indebita o una truffa, come ipotizzato dalla difesa. Insomma, ora bisognerà attendere che il pm formuli le nuove accuse.

Ciò che invece sta andando avanti è la causa civile contro l'ex dipendente per il risarcimento dei danni. Anche se sui tempi non c'è certezza.

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