Intervista
«Croco Doc», il coccodrillo pediatra, protagonista dell’omonimo cartone animato, ideato dal creativo parmigiano Michele Ampolini, insieme alla neurologa Elisa Cuadrado, in onda sulla tv pubblica spagnola, il 15 febbraio, è arrivato anche in Italia, sbarcando su TimVision. Ampollini, che da anni vive in Spagna (dove la serie è già arrivata alla sua seconda stagione) e che ha frequentato a lungo il mondo dell’animazione e della tv, avendo sceneggiato la serie di «Rat-man», il fumetto di Leo Ortolani, insieme a Marcello Cavalli e a Ortolani stesso, e che ha scritto diversi episodi di Camera Café, è soddisfatto di vederlo finalmente nel suo Paese, anche se, vista la sua vocazione educativa, avrebbe sperato di trovarlo in chiaro sulla Rai, perché scopo di questo show è educare i bambini (come dovrebbe fare il servizio pubblico). «Non escludo di vederlo in futuro – ha detto l’ideatore -. Spero sia solo posticipato e che, prima o poi, Croco Doc si possa vedere nei canali in chiaro».
L’uscita su TimVision si è accompagnata a un importante evento benefico. Com’è nata l’idea?
«In occasione dell’International Childood Cancer Day, la Onlus Sogno nel Cassetto ha iniziato la distribuzione di 50 tablet in cinque reparti pediatrici oncologici italiani (Policlinico Gemelli di Roma, Santobono di Napoli, Padre Pio di San Giovanni Rotondo, Gaslini di Genova e al Niguarda di Milano), per migliorare la connessione e la comunicazione all’interno dei reparti, consentendo a pazienti e operatori sanitari di accedere a programmi educativi, servizi di intrattenimento e a risorse digitali. Nei dispositivi è stata caricata l’App TimVision, così i bambini possono accedere gratuitamente ai cartoni animati proposti dalla piattaforma streaming e a Croco Doc, che è stato lanciato in esclusiva italiana per l’occasione. Abbiamo avuto la fortuna di conoscere Carla Cioffi (Content Manager di Tim), che si è innamorata letteralmente del coccodrillo-pediatra e ha fatto di tutto per portarla a bordo di TimVision, piattaforma che raramente propone per i bambini contenuti inediti, ma preferisce offrire serie già molto popolari e conosciute».
Come mai con «Croco Doc» è stata fatta questa eccezione?
«Perché hanno riconosciuto questa valenza educativa, che è il proposito della serie. Oltre a pubblicarla sulla piattaforma, hanno collaborato con la Onlus per portare un sorriso negli ospedali pediatrici e io ne sono rimasto, ovviamente, incantato. Da parte nostra, abbiamo regalato degli sticker murali, che i reparti di pediatria possono usare per decorare le porte, le pareti e le sale d’aspetto che, in generale, possono essere ambienti un po’ freddi: cerchiamo di dare loro una ventata di leggerezza. Spero che iniziative come questa coinvolgeranno in futuro anche l’ospedale a Parma, essendo Croco Doc a tutti gli effetti anche un po’ parmigiano».
Avete dovuto adattare il cartone al pubblico italiano?
«Non è stato necessario. Su Croco Doc è stato fatto un lavoro di universalizzazione: in tutto il mondo il bambino che ha un problema di salute viene portato da un professionista che lo cura e in generale gli vengono prescritte terapie simili. Abbiamo cercato di fare un prodotto esportabile e il fatto che la serie sia già stata venduta in Paesi come, per esempio, Hong Kong e Singapore (e, quindi, in posti non necessariamente occidentali) dice che le storie di Croco Doc sono valide ovunque».
Per rendere fruibile il cartone a tutti, «Croco Doc» sarà accessibile anche ai bambini sordi, con disabilità cognitive, ciechi e ipovedenti, grazie alle audiodescrizioni e al linguaggio dei segni italiano (LIS). È una piccola rivoluzione nel panorama dei cartoni animati?
«Le audiodescrizioni, che servono come rinforzo uditivo, sono abbastanza comuni. Il linguaggio dei segni, invece, è più complesso, perché richiede la registrazione di un’altra traccia video con un’interprete dei segni che viene sovraimpressa al cartone animato. Lo avevo visto con alcuni spettacoli e telegiornali, ma non sui cartoni e in Italia, è solo TimVision che la offre, quindi anche se non è una novità assoluta Croco Doc resta l’unico cartone animato che ha tutta la stagione in LIS e audiodescritta (26 episodi). Il fatto che Croco Doc sia visibile da tutti, senza alcuna distinzione, è pienamente allineato allo spirito della serie, che non deve avere né frontiere né barriere. E ora che stiamo scrivendo la terza stagione, faremo un paio di episodi dedicati alle disabilità visive e uditive. Sarebbe bello che anche le altre serie animate avessero questa attenzione per tutti».
Croco Doc ha avuto successo, ma ha già pensato a un nuovo personaggio da animare?
«Con Marcello Cavalli e Ivan Garcia Moreno abbiamo realizzato l’episodio pilota di “Ice Cops”, cioè i poliziotti di ghiaccio, una serie a tema ambientale che vorrebbe essere per l’ecologia quello che Croco Doc è per la salute, con la differenza che ci vogliamo rivolgere a un target di bambini più grandi. Abbiamo tolto un po’ di elementi educativi e abbiamo spinto molto più sulla comedy: gli Ice Cops sono due agenti, un orso polare e un pinguino, che devono combattere un cinico uomo d’affari che distrugge la natura per fare i suoi interessi. Speriamo, un giorno, di vederla in tv. Ma per il momento Croco Doc ci tiene già abbastanza impegnati, con una terza stagione, una campagna contro l’abuso degli schermi digitali, una serie di libri per bambini e forse persino un film d’animazione».
Giovanna Pavesi
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