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PARMA

La politica nel cuore: addio a Giovanni Ricci

E' stato consigliere comunale con Civiltà Parmigiana

La politica nel cuore: addio a Giovanni Ricci

di Lorenzo Sartorio

23 Marzo 2024, 03:01

Un uomo dal carattere tosto, tenace e volitivo. Uno che non mollava mai e che ha testimoniato con il suo stile di galantuomo e di persona retta e coerente il carattere della gente dei monti.

Giovanni Ricci, persona molto nota e stimata in città per avere svolto per due mandati il ruolo di consigliere comunale nelle file di «Civiltà Parmigiana», prima con la giunta Ubaldi e poi con quella capitanata da Pietro Vignali, è deceduto nel giorni scorsi all’età di 94 anni. Nativo di Ponte di Lugagnano, nel comune di Monchio delle Corti (dei suoi natali di montanaro doc andava molto fiero), da giovane, alternava le ore di studio con quelle che trascorreva nei campi per dare un mano ai suoi genitori: i padre Luigi, norcino e la mamma Maria che gestiva un’osteria in paese.

Esordì nel mondo del lavoro nell’impresa Magri Anselmo che effettuava lavori relativi ad opere pubbliche in tutta Italia. Dopo il matrimonio, nel 1963, con la maestra di Lugagnano Tiziana Vecchi (scomparsa nel 2021) decise di stabilirsi definitivamente a Parma lavorando alle dipendenze della Coldiretti dove rimase fino alla pensione.

Persona garbata, sensibile, molto attenta ai problemi dell’agricoltura e della sua montagna che amava tantissimo, Giovanni, anche per gli avversari politici, fu sempre un interlocutore affidabile ma, soprattutto, propositivo. Per lui, prima dell’appartenenza politica, si anteponevano le proposte volte a risolvere i problemi della gente, specie la più umile e indifesa. A tale proposito si batté molto per dotare il proprio quartiere, San Pancrazio, della farmacia. Un sogno che riuscì a concretizzare e che riscosse il plauso dei residenti, specie anziani, in quanto la zona era completamente priva di questo servizio. Si batté anche molto ed in varie sedi per il rilancio del progetto relativo alla diga di Vetto che riteneva un’ opera basilare per il rilancio di quelle valli che ha sempre molto amato e che ricordava con commozione fino all’ultimo in quanto, a 17 anni, fu testimone, a Ponte di Lugagnano, dell’eccidio di numerosi partigiani della «Garibaldi» da parte dei tedeschi.

Era molto legato al figlio Paolo, alla nuora Francesca, ai nipoti Gabriele e Fabiola ed a Luciana, vedova dell’adorato figlio Gian Luigi scomparso prematuramente nel 2013 all’età di 49 anni.

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