La città al lavoro
La sfida è iniziata: dopo l'approvazione del Contratto climatico della città da parte della Commissione Europea, per raggiungere la neutralità climatica entro il 2030, tutta Parma è al lavoro.
«Ci sono due modi di vivere l’Europa oggi - sottolinea il sindaco Michele Guerra -. Il primo è quello di osservarla a distanza, pensandola come una sorta di entità astratta che ci vorrebbe governare da lontano senza sviluppare un reale contatto con la quotidianità delle vite nostre e dei nostri Paesi di appartenenza. Il secondo modo, invece, è quello di praticare l’Europa, di non pensarla a distanza, ma di andarle incontro, di parlare con lei e di accorgersi che è molto più vicina di quanto si possa credere, ha piena coscienza di ciò che accade nei nostri Paesi e, in certi casi, perfino nelle nostre città. Quando tre giorni fa Patrick Child, il manager della Missione per le "100 Città Intelligenti" e a Impatto climatico zero, mi ha avvicinato a Bruxelles e ha cominciato a parlarmi con dovizia di particolari del Contratto climatico della città di Parma, con puntuali riferimenti alle nostre condizioni e ai nostri impegni, ho avuto una nuova conferma che il modo giusto di guardare all’Europa è senza ombra di dubbio il secondo». E continua il sindaco Guerra: «L’Europa ha la responsabilità di tracciare linee politiche di lungo respiro che orientino il futuro di un insieme molto ampio di Stati e di contesti geografici, economici, politici e antropologici, ma proprio perché queste linee possano infine restituire un disegno, l’Europa ha altrettanto bisogno di considerare in profondità le esigenze di chi, sui territori, dovrà animare quelle linee e restituire un quadro il più possibile uniforme».
Nella splendida e gremita sala in cui, durante la «Researchand Innovation Week» di Bruxelles, veniva consegnato a 23 città europee l’EU Mission Label Award - riconoscimento della bontà del Contratto climatico sottoscritto con molti stakeholders e partner territoriali -, «si avvertiva una doppia responsabilità - precisa il sindaco -: quella di un’Europa che deve saper rispondere alle domande e alle necessità che le città pongono e quella degli amministratori locali che devono capire l’importanza di giocare una partita più complessa, che deve fare dell’Europa parte integrante delle nostre politiche locali, sia a livello pubblico che di condivisione col privato. E così, mentre la Commissaria Iliana Ivanova spiegava il portato economico, scientifico, socio-culturale, ma anche formativo che sta dietro il Green Deal e le transizioni ecologica e digitale - che a Bruxelles non viaggiano mai disgiunte -, la mia mente correva ai tanti tavoli, ai workshop, agli incontri e agli eventi che ci avevano portato, in 46 tra istituzioni pubbliche e realtà private, a firmare qualche mese fa il nostro Contratto climatico. Dalla grande architettura europea, al lavoro quasi porta a porta delle città. Dallo sguardo alto di chi è chiamato a pensare politiche pluridecennali e comunitarie, all’azione amministrativa di chi deve dare attuazione a quelle politiche contemperandole con l’urto del quotidiano». Parma è stata presa a modello per la capacità che ha dimostrato di presentarsi unita sulla più epocale delle sfide europee. «È stata presa a modello a partire dalla concretezza delle azioni e dei dati che ha presentato per essere all’altezza di questa sfida - prosegue Michele Guerra -. Essere tra le 33 città su 112, unica italiana con Firenze, ad avere ottenuto questo riconoscimento deve essere motivo di orgoglio per tutti gli attori che hanno reso possibile un tale risultato. Prendere la parola a Bruxelles ha significato per me rappresentare tutti i 46 firmatari del Contratto e raccontare che cosa stiamo facendo, riannodare i fili di un discorso che è iniziato ormai alcuni anni fa e che ci ha portati dove siamo ora. Non si torna più indietro, la strada è segnata nel modo giusto. Il fatto di camminare insieme e di essere in tanti ci darà la forza che serve e garantirà sostanza a questa missione. Che come tutte le cose preziose è fragile e ha bisogno di massima serietà: trattiamola con cura, sentiamola nostra, perché il futuro di Parma e dell’Europa passa per molti aspetti da qui e dalla nostra capacità di sentirlo veramente nostro».
In che cosa consiste il Contratto climatico della città? In un piano d'azione che comprende 130 azioni suddivise in 5 settori chiave, insieme a 10 azioni legate alla sensibilizzazione dei cittadini. Tra le 130 azioni, 86 sono sugli edifici, 2 sui rifiuti, 19 su mobilità e trasporti, 11 su agricoltura, uso del suolo e forestazione, 2 per i processi industriali. E sono state 46 le aziende e gli enti del territorio che hanno sottoscritto il patto. Ma quali le strategie? L'elettrificazione del territorio, la pianificazione verde, la mobilità sostenibile, la circolarità delle risorse, la politica alimentare, la riforestazione urbana, l'istruzione e la formazione. L’obiettivo per raggiungere la neutralità climatica è quello di ridurre del 100% le emissioni misurate nel 2019: 1.126.647 tCo2 eq.
L'assessore alla Sostenibilità ambientale, energetica e mobilità Gianluca Borghi conclude: «Parma 2030 sarà un cantiere aperto, democratico ed innovativo, che servirà alla città, tutta, rendendo concreto il cambiamento attraverso innovazioni sostenibili, che miglioreranno la competitività delle imprese e le opportunità per i cittadini. Riapriremo le adesioni ad altri soggetti privati che vorranno aderire al Contratto climatico di città, mentre stiamo definendo i contenuti dello statuto della Fondazione sulle comunità energetiche rinnovabili, cui parteciperanno le aziende pubbliche e le partecipate del Comune, oltre ad imprese e cittadini. Le Cer, a partire da quella che realizzeremo entro l’anno al Lubiana, che si affiancherà a quelle di Ravadese e del Campus (mentre nel 2025 sarà la volta di quella di San Leonardo), dovranno essere anche strumento per contrastare, assieme a progetti mirati, la povertà energetica che colpisce famiglie in condizione di difficoltà. Anche Food Valley dovrà essere parte dell’obbiettivo della neutralità al 2030, attraverso il neocostituito consorzio della Bio Valley, investimenti su produzioni a filiera corta, estensione dell’Agrivoltaico, utilizzo di Biogas, riduzione del fabbisogno idrico e circolarità delle risorse».
I partner «Un progetto ambizioso e condiviso»
Il presidente dell'Upi Buia: «Il ruolo del sistema delle imprese è centrale nel raggiungimento dei goals della decarbonizzazione»
Un progetto in cui sono impegnate a 360 gradi le realtà più importanti del territorio. In particolare, sono i partner ad essere soddisfatti dell'approvazione del Contratto climatico della città.
Unione Parmense degli Industriali
Gabriele Buia, presidente dell'Unione Parmense degli Industriali, sottolinea: «Abbiamo appreso la notizia con soddisfazione. È un obiettivo condiviso, decisamente sfidante, che chiama in causa il ruolo del sistema delle imprese, certamente centrale nel raggiungimento dei goals della decarbonizzazione. Molte aziende hanno già iniziato il percorso verso questi obiettivi e anche le altre sono pronte a fare la propria parte. Ciò che conta però è che tutte le dimensioni della sostenibilità, quella ambientale, economica e sociale, vengano adeguatamente sostenute nell’identificazione di percorsi e strumenti da strutturare verso questo ambizioso traguardo».
Gruppo Davines
Davide Bollati, presidente del Gruppo Davines, dichiara: «Penso che sia una bellissima notizia per Parma, ma non solo. È la conferma che il percorso fatto in questi anni, con iniziative come KilomentroVerdeParma e la Green Week, ha contribuito a generare esperienze virtuose e ad accrescere la consapevolezza sulle tematiche ambientali, per tradurre le strategie in un piano di azione concreto verso la decarbonizzazione. È un progetto ambizioso che noi come impresa condividiamo e che abbiamo avviato da tempo: il nostro Davines Village e lo stabilimento di produzione sono carbon neutral dal 2018. Siamo consapevoli che si tratta di un percorso in cui è fondamentale il contributo delle istituzioni così come dei cittadini e delle imprese: è un progetto di tutti e per tutti. Nella nostra strategia di crescita la sostenibilità è anche un fattore competitivo, sono convinto che questo impegno stringente e concreto verso la decarbonizzazione lo sarà anche per Parma e contribuirà ad attrarre talenti e investimenti».
«Parma, io ci sto!»
Alessandro Chiesi, presidente di «Parma, io ci sto!», ricorda: «L’approvazione del Contratto climatico di città per Parma - prima città italiana insieme a Firenze a compiere questo passo - da parte della Commissione Europea certifica il lavoro e l’impegno di una comunità cittadina capace di confronto e messa in concerto delle proprie competenze per la realizzazione di un obiettivo comune, certamente sfidante, ma in cui "Parma, io ci sto!" crede fortemente. L’attenzione alla sostenibilità è per la nostra associazione un tema imprescindibile nella visione del futuro della nostra città e del suo territorio e questo momento rappresenta un primo, ma importante passo, che ci spinge ad impegnarci ulteriormente e che ci conferma, ancora una volta, che la partecipazione attiva e il lavoro comune degli attori cittadini devono essere gli elementi fondanti di un percorso di valorizzazione di città e comunità, per renderle - anche - capaci di farsi capofila per una rotta virtuosa del territorio della provincia nel suo complesso».
Crédit Agricole Italia
Giampiero Maioli, amministratore delegato di Crédit Agricole Italia e Senior Country Officer, precisa: «L’approvazione del Contratto climatico di Parma da parte della Commissione Europea è un’ulteriore dimostrazione che la città e l’amministrazione comunale stanno affrontando con visione e concretezza la sfida della transizione climatica. Crédit Agricole vuole continuare a promuovere attivamente questo percorso nel suo ruolo di Banca Partner e advisor finanziario del Comune, insieme con tutti i principali attori economici del territorio che stanno facendo squadra in maniera sinergica. Contribuiremo a fornire le risorse necessarie e l'expertise per realizzare sistemi di mobilità urbana sostenibile - conclude Giampiero Maioli -, aumentare l'efficienza energetica degli edifici pubblici e privati, applicare soluzioni innovative per abbattere le emissioni, decarbonizzare il sistema di mobilità cittadino, mettendo a disposizione soluzioni finanziarie dedicate al miglioramento delle infrastrutture e a sostenere gli interventi di transizione energetica per privati e aziende».
Mara Varoli
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