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Incontro al Romagnosi

Manlio Milani: «Il terrorismo si vince con la forza del dialogo»

Manlio Milani: «Il terrorismo si vince con la forza del dialogo»

di Sara Magnacavallo

09 Aprile 2024, 03:01

Il 28 maggio saranno passati cinquant’anni dalla strage di piazza della Loggia, a Brescia: una bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista, provocando la morte di otto persone e il ferimento di altre centodue, una persona morirà in seguito alle ferite molto tempo dopo, portando a 9 il numero totale dei decessi.

Ieri mattina gli studenti delle ultime classi del liceo classico Romagnosi hanno partecipato a un incontro nell’auditorium della scuola Cocconi con Manlio Milani, presidente dell’associazione familiari dei caduti di piazza della Loggia.

L’iniziativa si inserisce nel progetto di educazione civica sulla giustizia riparativa che si svolge in collaborazione con l’associazione Verso Itaca Aps. «La giustizia riparativa rimane solo un aspetto del progetto intrapreso - puntualizza il professore Leonardo Ferrari - fatto anche di incontri con alcuni detenuti del carcere di Parma o anche la visita il carcere di Opera a Milano tra pochi giorni, per mostrare agli studenti una realtà diversa e creare un dialogo con quest’ultima».

Milani, nella strage di Brescia, perse la moglie Livia Bottardi: nell'incontro ha condiviso con i giovani il percorso in cui si è speso lungo gli anni perché fosse fatta giustizia, seguendo di persona le fasi di tutti gli innumerevoli processi e contribuendo alla fondazione della Casa della Memoria di Brescia. Poi ha fatto un passo ulteriore nella direzione della giustizia riparativa, incontrando chi aveva compiuto atti di terrorismo nell’ambito del progetto de «Il libro dell’incontro» che ha visto dialogare familiari delle vittime del terrorismo ed ex esponenti della lotta armata.

«Credo che la violenza nasca in primo luogo dalla negazione dell’esistenza dell’altro - ha spiegato ai ragazzi - e in questa prospettiva, la giustizia riparativa diventa un dialogo che porta a un incontro in cui le parti devono sapere ascoltare: solo attraverso la comprensione possiamo cambiare noi stessi e la società».

Milani sottolinea l’importanza di parlare alle nuove generazioni: «Credo sia essenziale far capire agli studenti cosa significhi subire violenza, così da renderli consapevoli del fatto che ogni gesto violento determina un dramma che colpisce la vittima e alla lunga l’esecutore; bisogna anche ricordare cosa hanno rappresentato questi anni e non disperdere il loro patrimonio di cambiamento, determinante in conquiste fondamentali sia sul piano individuale che scolastico».

L’incontro è stato mediato dall’educatore e funzionario Cgil Max Ravanetti: «Sono ormai sette anni che prendo parte a percorsi di riconciliazione tra vittime degli anni di piombo e artefici: costruiamo un percorso importante, che deve essere messo a frutto, perché capace di fornire gli strumenti non solo per rielaborare il passato ma anche per affrontare i conflitti in maniera non violenta».

Sara Magnacavallo

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