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L'inquilino si rifiuta di lasciare l'appartamento nonostante lo sfratto

«Ho comprato una casa: ma da due anni non riesco ad entrare»

«Ho comprato una casa: ma da due anni non riesco ad entrare»

19 Aprile 2024, 03:01

«Io credo di essere una persona corretta. Ma questa vicenda mi sta distruggendo. Ci sto rimettendo un sacco di soldi e non ho più la forza di sopportare ancora. E quello che mi fa più male è capire che è vero quello che si dice: che la legge è forte con chi è onesto ed invece debole con i furbi».

Emanuele Gaito dosa le parole e si sforza di mantenere la calma. Ma si sente, ed è normale, che dentro frigge. «Perché sono sprofondato in un incubo di cui non riesco a vedere la fine».

Certa, invece, è la data in cui questo brutto sogno è iniziato: «Il 31 maggio 2022 ho deciso di comprare una casa dove andare a vivere con la mia famiglia, al civico 102 di viale dei Mille. Si tratta di un sottotetto e il sottostante appartamento al terzo piano in cui, all'epoca abitava una famiglia di origine marocchina a cui, già sei mesi prima del rogito, la vecchia proprietà aveva comunicato che non avrebbe rinnovato il contratto visto che sarei subentrato io».

Fino a qui tutto sembra assolutamente normale, una del tutto ordinaria storia di carte bollate dal notaio e raccomandate con ricevuta di ritorno. Ma da qui in poi deraglia tutto.

«Firmato il contratto d'acquisto, a mia volta, ho comunicato alla famiglia, con una raccomandata, che non avrei rinnovato l'affitto spiegando loro che l'immobile doveva essere liberato entro il 1 gennaio 2023 perché dovevano partire i lavori di ristrutturazione finanziati dalla banca insieme al mutuo».

Fermiamoci un attimo e ripetiamo le date: a maggio 2022 si fa il rogito e dopo sette mesi si chiede di riavere la casa. Insomma, i tempi per sistemare tutto ci sarebbero. Ma se riflettete che siamo ad aprile 2024 e che tutto è ancora in alto mare si capisce che questa è la proverbiale storia nata male.

A gennaio, infatti, la famiglia di affittuari non accenna ad andarsene e il nuovo padrone, ancora comprensivo, decide di aspettare. «L'ho detto: credo di essere una persona corretta. Tanto che per qualche mese ho accompagnato io stesso l'affittuario per agenzie immobiliari in cerca di una nuova sistemazione». Ma anche la pazienza, come tutto al mondo, alla fine si esaurisce e ad aprile Emanuele Gaito, che intanto sta pagando il mutuo, si rivolge ad un avvocato. «Prima abbiamo sollecitato la restituzione dell'appartamento e poi, visto che non succedeva nulla, abbiamo avviato una causa di sfratto. E il 19 giugno del 2023 il giudice ci ha dato ragione».

Tutto è bene quel che finisce bene, si potrebbe dire. Ma non è così. Il giudice infatti, concede tempo agli affittuari fino ad ottobre per lasciare l'immobile ma, di fatto non succede nulla: loro non ne vogliono sapere di andarsene e chi dovrebbe intervenire tace. «Fino a Natale regna il silenzio. La prima uscita dell'Ufficiale giudiziario è arrivata solo a gennaio di quest'anno ma in casa, in quel momento non c'era nessuno. E quindi è stata fissata una seconda data il 13 marzo».

In quella occasione l'Ufficiale, accompagnato dalle forze dell'ordine, trova in casa però, oltre agli ex affittuari sfrattati, anche una ventina di persone della «Rete Diritti in casa» e di fronte a quella piccola folla retrocede concedendo tempo fino al 9 aprile per l'uscita. «Quando tutto si ripete: in casa all'arrivo del funzionario incaricato dello sfratto c'erano i soliti attivisti che si sono opposti allo sgombero. Le forze dell'ordine ci avevano promesso che sarebbero intervenute per tempo e in forze per impedire che questi attivisti entrassero in casa per bloccare lo sfratto. Ma invece sono arrivati solo quando i manifestanti erano già numerosi e piazzati nelle stanze».

Inutile dirlo: un altro buco nell'acqua. «L'ufficiale giudiziario ha così fissato la prossima uscita per il 4 maggio, ovvero tra circa due settimane, ma sono praticamente certo che il copione sarà ancora una volta lo stesso. E io non potrò rientrare in possesso di quella che dovrebbe essere casa mia. E sottolineo il ”dovrebbe”».

Una sospensione che Emanuele Gaito definisce devastante e che, se non ha prezzo a livello psicologico, ha un preciso costo per quanto riguarda il conto corrente: «Io spendo 2200 euro al mese tra mutuo, prestiti e finanziamenti per un acquisto e una ristrutturazione mai partita e questo situazione grava, oltre che su di me, su mia moglie e mio figlio».

«Potrei anche capire che queste persone si opponessero a lasciare la casa se non avessero i mezzi per trovarne una altra: ma entrambi lavorano con un regolare contratto e quindi non sono certo destinati a finire in strada. Ma quello che, veramente, mi fa imbestialire è la mancanza di supporto da parte di chi dovrebbe fare rispettare la legge: se io salto una rata del mutuo con me sarebbero inflessibili mentre c'è massima tolleranza con chi consapevolmente si beffa delle regole». Questo lo sfogo, questa la cronaca della storia. Il rogito risale al 2022 mentre l'ultimo atto è previsto per il prossimo 4 maggio, ovvero due anni dopo. Ma qualcosa, visti i precedenti, fa pensare che il lieto fine non ci sarà neppure stavolta.

Luca Pelagatti

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