TRAGEDIA
Amava il mare, e il mare ha preso il suo ultimo respiro. Amava il Parma, e per questo Giorgio Mangi era andato in Sicilia, al seguito dei crociati nell'ultima trasferta, a Palermo. Poi, attraversata l'isola, con gli amici aveva raggiunto San Vito Lo Capo per una breve vacanza a una cinquantina di chilometri da Trapani, sulla punta nordoccidentale della Sicilia. Da dove, però, non tornerà vivo. Entrato in acqua ieri mattina per una breve nuotata, qualche minuto dopo Mangi galleggiava inerme non lontano dalla battigia.
La tragedia si è consumata verso le 11,30. Il 73enne parmigiano non avrebbe né gridato né chiesto aiuto sbracciandosi. Sono stati i suoi compagni di viaggio e di tifo a notare il suo corpo affiorare dalla superficie del mare davanti alla spiaggia del paese: subito si sono precipitati in acqua, riportandolo sull'arenile.
In attesa dell'arrivo dei soccorsi, hanno provato già loro a rianimare il pensionato, ma non c'è stato nulla da fare. E nemmeno il personale sanitario è riuscito a far sì che il cuore del 73enne riprendesse a pulsare. Sul posto è intervenuta la Capitaneria di porto di San Vito Lo Capo, incaricata di ricostruire la tragedia, affiancata da una pattuglia dei carabinieri della locale stazione.
La salma è ora sotto sequestro e il magistrato di turno ha disposto che nei prossimi giorni venga eseguita l'autopsia per stabilire le cause della morte. È la prassi a prevederlo in casi come questo, anche se si dà quasi per scontato che il decesso sia stato provocato da cause naturali: o da un arresto cardiaco o da un blocco intestinale.
Ieri mattina, il mare che bagna San Vito Lo Capo era appena increspato. In quel tratto di costa, tra l'altro, il Tirreno scende dolcemente e, stando in piedi, si tocca il fondo per un po': non sembra che Mangi si fosse allontanato dalla battigia fino a dove il mare diventa più fondo. Il tempo era bello, anche se l'aria, sui venti gradi, era molto più fresca dei giorni scorsi, quando si erano toccati perfino i 36 gradi. Ma l'acqua - a scapito delle brevi estate anticipate - è ancora gelida, e questa circostanza può avere avuto un ruolo non secondario nella tragedia.
È quasi come se Mangi fosse morto sugli spalti dello stadio, la voce ancora un po' roca per il tifo dell'ultima partita. Anima crociata, era stato a lungo consigliere e presidente del circolo Amatori Borgorosso in via Emilia Casa (prima che venisse realizzato il parcheggio interrato). Qui, dopo la promozione del Parma di Scala in serie A, vennero ospitate per un po' di tempo le riunioni del Centro di coordinamento dei Parma club. Operaio in pensione, Mangi aveva perso la moglie, di origini vicentine, poco prima del Covid. Il suo non era solo tifo, ma vera dedizione: da una trentina d'anni era di servizio al Tardini, dove prestava la propria opera soprattutto nei parcheggi interni. Abitava nel quartiere San Lazzaro e quasi tutte le mattine incontrava gli amici in un bar di piazzale Lubiana. Ora il piazzale sarà più vuoto e il Parma un po' più solo.
Roberto Longoni
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata