Violenza sulle donne
Dopo quindici anni di violenza, di botte, di insulti, di minacce Angela (il nome è di fantasia, ndr) sta iniziando a vedere la luce in fondo al tunnel.
Dopo quindici anni da incubo, oggi lei e il figlio dodicenne iniziano a sentirsi più tranquilli. La svolta è arrivata quando Angela decide di denunciare il marito violento. Subito i carabinieri «mettono in sicurezza» lei e il figlio e allontanano il marito, dal quale lei ha deciso di divorziare. «Voglio dire a tutte le donne che, come me, sono vittime di violenza di denunciare. Per anni ho avuto paura a farlo, paura di essere poi abbandonata e di essere lasciata sola, paura che mio figlio potesse subire ritorsioni. Ad un certo punto qualche mese fa ho preso il coraggio a due mani e ho chiamato i carabinieri. Oggi sono contenta di aver fatto quella scelta. Ci sentiamo protetti dai carabinieri che ringrazio e, pian piano, stiamo cercando di tornare alla normalità».
Facciamo un passo indietro, all’inizio della storia. Quindici anni fa Angela, che lavora in un locale del Parmense, si innamora di un uomo che diventerà poi suo marito. Da subito si rivela violento ma lei sopporta per amore e per amore del figlio.
«Ha iniziato presto a picchiarmi, a insultarmi ma poi chiedeva scusa, diceva che non l’avrebbe più fatto. Quindi andavo avanti. Anche per mio figlio, volevo proteggerlo ed ero convinta che a lui non facesse nulla. In seguito ho scoperto che maltrattava anche nostro figlio – racconta - . Con il passare del tempo sono venuta a sapere anche che si drogava. Ho deciso quindi di andarmene di casa con mio figlio e divorziare. Me lo ha impedito. Le cose sono peggiorate ancora finché un giorno si è presentato sul mio luogo di lavoro. Così ho deciso di chiamare i carabinieri e denunciarlo».
La denuncia ha comportato l’attivazione del codice rosso. «I carabinieri mi sono venuti a prendere, mio figlio è uscito di casa e siamo andati via – aggiunge - . Mio marito è stato trattenuto in caserma e ora non può avvicinarsi a noi: se viola l’ordine restrittivo va in carcere. Ora siamo ritornati a casa e lui ne ha dovuto trovare una nuova». Il marito violento è stato dotato di braccialetto collegato alla centrale dei carabinieri che vengono avvisati nel caso lui si dovesse avvicinare ad Angela e al figlio, che hanno un dispositivo che in caso di necessità consente di far scattare l’Sos. «
Da quando ho fatto la denuncia lui non si è fatto più vedere da noi e non ha mai provato a contattarci, forse per paura della prigione - continua Angela - . I carabinieri sono in contatto continuo con me e mio figlio, ci chiamano, ci fanno sentire protetti. E noi iniziamo a sentirci meglio, nonostante tutto. È in corso un’indagine penale ed è in corso la procedura di divorzio. Non è facile ma se non avessi denunciato, non sarei riuscire ad uscire dal tunnel della violenza. È per questo che voglio dire a tutte le donne di trovare la forza di denunciare. È l’unico modo per uscirne».
Annarita Cacciamani
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