LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA
Musica e voci ad alto volume fino a tarda notte in piazzale San Lorenzo. Con gruppi di persone assiepati fuori dai locali e nessuna voglia di andare a dormire tra il 2016 e il 2020. Questione di decibel oltre il consentito, così avevano stabilito le misurazioni dei tecnici dell'Arpae nel 2018, dopo alcuni esposti e denunce di residenti della zona. Due i locali, finiti nel mirino (oltre a un terzo la cui posizione è però stata stralciata), di fatto attaccati uno all'altro, eppure il 18 aprile scorso il processo era finito in modo opposto per i due imputati. Cosimo Albano, titolare del «Piano A», era stato condannato al pagamento di un'ammenda di 250 euro, oltre a 6.000 euro complessivi di provvisionale per le due parti civili costituite, ma soprattutto, se la sentenza dovesse diventare definitiva, dovrà far fronte a salatissime spese processuali. Daniele Piccioni, al timone dell'enoteca «Canistracci», era invece stato assolto «per non aver commesso il fatto».
Insomma, era chiaro che il «disturbo», così come prevede il Codice, c'era stato in quegli anni, ma solo il titolare del «Piano A», secondo il giudice Francesco Matteo Magnelli, può essere ritenuto responsabile. Valutando la documentazione agli atti, comprese foto e video di quelle serate, «risulta aver tenuto aperto, più volte, e ben oltre il tempo strettamente necessario al riassetto degli arredi, il proprio locale dopo l'orario di obbligatoria chiusura, già particolarmente benevolo delle 2 di notte», si legge nelle motivazioni della sentenza depositata nei giorni scorsi.
Da un lato le immagini delle telecamere, che hanno ripreso gli sforamenti, dall'altro «le numerose violazioni amministrative in cui il gestore è incorso negli anni - spiega il giudice - comminate, fra l'altro, per aver tenuto aperte le porte del locale da cui veniva emessa musica ad alto volume e per aver tenuto gli arredi esterni a disposizione degli avventori nonostante l'orario di chiusura, in tal modo consentendo loro di bivaccare e far baccano». Eppure, in alcuni periodi il locale si era affidato anche a qualche steward per placare i clienti più esuberanti, ma la responsabilità del gestore resta, secondo il giudice, perché «al contempo il locale veniva tenuto aperto oltre l'orario di chiusura».
Diverso sarebbe invece stato il comportamento del titolare dell'enoteca «Canistracci», «più rispettoso delle regole - scrive il giudice - essendo incorso in sanzioni amministrative che nulla hanno a che fare con i fatti per cui si procede, oltre ad aver chiuso i battenti, nelle date in cui sono state poste le telecamere, entro l'orario prefissato, o sforando di pochi minuti». Insomma, Piccioni «non può essere ritenuto, neppure colposamente, responsabile degli schiamazzi dei suoi habitué».
Ma se la delusione della difesa del titolare del «Piano A» è comprensibile (e non è escluso che si vada verso un'impugnazione in Cassazione), meno scontata è invece quella dell'avvocato delle parti civili. «Non condivido le motivazioni relative all'assoluzione del titolare di “Canistracci” e credo ci siano ampi margini per impugnarla. Cosa che quasi certamente faremo», spiega Sandro Milani.
Insomma, la movida di piazzale San Lorenzo tornerà a far rumore.
Georgia Azzali
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