Ma i clienti non ottengono nulla
Se invece che una storia di truffe quella di Mercatopoli Parma Centro di via Calestani fosse uno spettacolo sarebbe probabilmente una soap opera. Una di quelle con mille puntate e continui colpi di scena. Ma con un finale che, lo si può immaginare, finirà per lasciare scontenti tutti. Soprattutto i tanti clienti che capiscono che soldi e oggetti quasi certamente, non li vedranno più. L'ultima conferma è arrivata proprio nelle scorse ore. Ed è una di quelle lascia davvero sgomenti.
A fine aprile, infatti, era emerso che i pochi mobili e arredi ancora presenti nella sede di via Calestani (mentre è doveroso ricordare che Mercatotopoli Parma Sud di via Sardi a Vigatto è regolarmente attiva e operante) erano stati «donati» dai titolari ad una società operante nel terzo settore, quello del volontariato. «Vi regaliamo tutto, con questi oggetti potrete finanziare le vostre attività solidali», avevano dichiarato con bizzarra generosità i titolari di Mercatopoli Parma Centro.
Si, bizzarra: perché quelli che avevano donati erano, in realtà, oggetti che non appartenevano a loro, che avevano ricevuto solo in conto vendita e i cui veri padroni volevano riavere senza sapere però come fare visto che da dicembre il mercatino è chiuso. E i gestori irreperibili.
Per fortuna però i rappresentanti della società di volontariato, compreso di essere stati vittima di una beffa, non hanno perso tempo: «Siamo andati dai carabinieri, abbiamo denunciato di essere a nostra volta parte lesa e senza perdere tempo abbiamo riportato tutto quel materiale nella sede di via Calestani».
Lo abbiamo detto: questa è una storia di continui colpi di scena. Non si spiega altrimenti come mai gli arredi, appena riportati in quel deposito chiuso da mesi, nel giro di poche ore sono stati di nuovo caricati su misteriosi camion. Come se da parte di qualcuno ci fosse la precisa volontà di svuotare al più presto il magazzino. Forse già destinato a un nuovo utilizzo.
«Noi per parte nostra abbiamo riportato nella sede di via Calestani tutto quello che ci era stato irregolarmente donato. E parliamo di oltre cinque camion di roba - concludono alla associazione di volontariato mostrando anche una ricevuto firmata dai titolari, quelli che dovrebbero essere irreperibili. Ma che, in realtà, sono sempre qui in giro tanto che molti li hanno incontrati e sentiti al telefono (anche la «Gazzetta» li ha contattati non ricevendo però spiegazioni convincenti).
E adesso cosa potrà succedere? Di certezze ce ne sono poche: la prima è che i soldi dei clienti sono scomparsi, che i dipendenti non sono stati pagati e che la gran parte degli oggetti (soprattutto quelli di valore come gioielli, quadri, capi di abbigliamento di lusso) sono svaniti. La seconda è che la parte restante di oggetti starebbero sparendo di nuovo nonostante diffide e diverse decine di denunce alle forze dell'ordine. L'unico modo per provare a risolvere la vicenda sarebbe stata sigillare la sede già prima della fine d'anno ma qualcosa non ha funzionato e ora è tardi.
Le puntate di questa telenovela proseguono. Ma il lieto fine, facile previsione, non ci sarà.
Il commento del Pd
Sulla vicenda di Mercatopoli Parma Centro interviene anche il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Sandro Campanini: «Lo spostamento dei beni contenuti nell'ex Mercatopoli di via Calestani rende ancora più grave e preoccupante la situazione per i cittadini. La vicenda presenta troppi misteri e oltre alle indispensabili indagini, sarebbe necessario verificare, da parte di Parlamento e Governo, se la legislazione tutela i cittadini».
Luca Pelagatti
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