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Interrogazione

Vignali: «Infomobility? Fa cassa e non investe»

Vignali: «Infomobility? Fa cassa e non investe»

12 Maggio 2024, 03:01

«Il bilancio 2023 di Infomobility conferma in pieno quanto avevo previsto un anno fa». Anche a Infomobility può accadere di essere «attesa al varco», ed è ciò che ha fatto Pietro Vignali, che con un'interrogazione al consiglio comunale ora accusa la società di pensare più a fare cassa che investimenti con «il “corrispettivo” sulle multe sia da righe blu emesse dagli ausiliari sia da varchi elettronici che viene assegnato a Infomobility sulla base del contratto stipulato nel 2022».

«Da questo “corrispettivo” sulle sanzioni - prosegue l'ex sindaco - Infomobility ha incassato nel 2023 786.885 euro, dei quali 268.794 per multe da righe blu emesse dagli ausiliari e 518.091 per passaggi non autorizzati dai varchi elettronici. Importo che aumenterà anche per il “corrispettivo” sulle multe dall’Area verde, anche questo assegnato a Infomobility, che l’amministrazione vuole introdurre all'interno delle tangenziali». Di pari passo però non sarebbe avvenuta la crescita degli investimenti sui servizi di mobilità sostenibile («investimenti che erano stati il presupposto per l’affidamento “in house”»). «Invece, ad aumentare in modo significativo sono i depositi bancari e l’utile - sottolinea Vignali -. A fronte di queste importanti entrate, non si capisce perché il piano sosta, di recente approvato dalla Giunta, sia mirato quasi esclusivamente a un aumento dei costi per i cittadini e a un conseguente aumento degli introiti per Infomobility. Ne è un esempio la scelta di eliminare la fascia gratuita 12,30-14,30». Maggiori incassi verranno anche dall’incremento da 10 a 50 euro del costo del permesso Auto amica ambiente, oltre a quello per residenti aumentato l’anno scorso (da 10 a 15 euro per la prima auto, da 10 a 35 per la seconda e da 10 a 50 per la terza).

«Tuttavia gli investimenti non decollano - prosegue l'ex primo cittadino -. Le postazioni fisse di car sharing sono state tolte, dopo che a Parma eravamo stati i primi in Italia ad adottare questo sistema di mobilità sostenibile. Le postazioni fisse di bike sharing non crescono come invece previsto dal Pums. Le postazioni mobili non sono mai decollate, ad eccezione dei monopattini, con tutti i problemi che sono conseguiti, e la Cicletteria in stazione ha orari non consoni a una città turistica».

«Di velostazioni - aggiunge Vignali - ce n'è una sola in via Toscana, sconosciuta e inutilizzata. Sono stati dati degli incentivi per le biciclette elettriche (che non tutti possono permettersi di acquistare), ma non per quelle normali». Vignali inoltre critica i servizi per il rilascio dei permessi. «Sono di gran lunga peggiorati - scrive -. La postazione fissa di Infomobility al Duc, con 6-8 persone dedicate, è stata smantellata e ora il Duc sembra un fortino inaccessibile. I parchimetri, infine, non sono stati adeguati ai nuovi sistemi elettronici di pagamento».

Vignali risale poi alla nascita di Infomobility, da lui ideata e costituita. «La sua missione - ricorda - è di promuovere la mobilità sostenibile e ridurre l’uso dell’auto. Finanziarsi con un corrispettivo sulle multe è una contraddizione: oggi per sostenere il piano industriale, deve sperare che si usi il più possibile l’auto e in modo indisciplinato». Ma come vorrebbe l'ex sindaco che fossero usati i soldi delle sanzioni? «Dovrebbero essere destinati a investimenti, servizi avanzati per la mobilità sostenibile, per la manutenzione e la sicurezza stradale, per la quale il Comune ha investito briciole che non risolveranno certo le tante criticità. Dai passaggi pedonali quasi tutti spenti (cosi come la segnaletica stradale) alle piste ciclabili pericolose, ai tanti incroci non in sicurezza in cui purtroppo accadono incidenti mortali. Continuo a pensare che l’obiettivo del Comune sia di fare cassa con le multe. Non a caso anche nel 24 sono previsti a bilancio oltre 20 milioni derivanti da contravvenzioni. Far cassa sulle tasche dei cittadini, tra l’altro già provati da aumenti del costo della vita sproporzionati rispetto agli stipendi, non lo trovo corretto».

r.c.

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