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Tragedia di via Marx

Silvana Bagatti è stata uccisa con un colpo di carabina all'addome

Silvana Bagatti è stata uccisa con un colpo di carabina all'addome

di Anna Pinazzi

16 Maggio 2024, 03:01

Giorgio Miodini, ex tassista 76enne, ieri mattina ha chiamato il 113 per raccontare l'indicibile: «Venite, l'ho ammazzata».

La telefonata è arrivata alle forze dell'ordine verso le 8,30. All'arrivo di polizia e carabinieri, la situazione era, purtroppo, già ben chiara: Giorgio Miodini ha ucciso sua moglie Silvana Bagatti con un colpo di carabina da caccia, mentre lei era ancora sdraiata sul letto.

L'uxoricida ha aspettato l'arrivo delle forze dell'ordine proprio tra le mura di casa, dove si è consumata la tragedia: al piano terra di un condominio al civico 21 di via Marx, nei pressi di via Sidoli.

Quando carabinieri e polizia sono entrati nell'appartamento si sono trovati davanti Miodini ormai rassegnato al suo destino: il 76enne è stato immediatamente portato al comando dei carabinieri. I medici e gli infermieri del 118, al loro arrivo, non hanno potuto che constatare che non c'era più nulla da fare per Silvana, coetanea del marito.

La 76enne è stata uccisa da un unico colpo di carabina da caccia (detenuta regolarmente da Miodini) all'altezza dell'addome, mentre era stesa sul letto.

«Una tragedia»

Chi la conosceva racconta che da tempo Silvana Bagatti non usciva di casa a causa di una forte depressione che la teneva prigioniera tra le mura domestiche: «Abito qui da vent'anni e non l'ho mai vista - riferisce un condomino -. Siamo tutti senza parole: è una tragedia».

Ad accudirla era lo stesso Miodini: la coppia era sposata da quasi cinquanta anni, non avevano figli. Solo negli ultimi tempi, il pensionato era apparso diverso a chi lo conosceva: più preoccupato, più cupo. «Diceva che era esaurito e che non ce la faceva più» racconta uno dei suoi migliori amici. Qualche giorno fa, Miodini aveva anche dato a suo nipote il numero di telefono di un amico, raccomandandosi: «Se dovessi mai ricevere una telefonata da questo cellulare rispondi, vuol dire che si tratta di un'emergenza».

Le testimonianze continuano: «Due giorni fa, durante una passeggiata al parco, Giorgio mi aveva detto: “Silvana deve ritrovare dei ritmi di vita normali, perché al momento i suoi non lo sono”» racconta un familiare. Ma guardando ieri mattina quell'angolo di appartamento che si intravedeva dalle tapparelle alzate per metà, si può immaginare qualcosa della vita di Silvana: i muri pieni di quadri e dipinti, una libreria piena di volumi. E a dare il «benvenuto» a chi entrava, proprio all'ingresso, un grande ritratto di Gesù in stile bizantino e uno specchio tondo. Ieri mattina, davanti a quello specchio, si vedevano transitare però non amici o parenti, ma solo tute bianche e uomini in divisa.

Le indagini

Sul luogo della tragedia è arrivata la Pm Paola Dal Monte, titolare dell'indagine. Giorgio Miodini ieri è stato interrogato: necessario sentire la sua versione dei fatti, anche se i contorni di questo dramma appaiono già abbastanza chiari.

Intanto, un'unica certezza: ancora una volta la vita di una donna è stata cancellata dalla violenza di un uomo. Quella di Silvana Bagatti è finita in quella stanza, in quel letto, che per lei era diventato un rifugio.

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