Collecchio
Profondo cordoglio ha destato a Collecchio la scomparsa di Augusto Dondi, 78 anni, pensionato molto conosciuto per aver ricoperto in passato ruoli dirigenziali rilevanti in qualità di direttore della produzione alla Simonazzi, direttore generale di Sasib e della Sarcmi di Noceto, amministratore delegato di Simonazzi, di Manzini e Comaco e di Elettric '80. Una vita davvero intensa, la sua, dedicata al lavoro, alla famiglia ed allo sport, era un appassionato podista. Ordine, metodicità e impegno sono stati i punti di forza che lo hanno portato a risultati di rilievo in ambito lavorativo ma anche sportivo. Si era laureato al Politecnico di Milano in ingegneria meccanica nel 1970 ed ha lavorato alle dipendenze della Simonazzi fino al 2000.
Persona colta e preparata, è stato apprezzato per le sue doti professionali ma soprattutto per l’umanità e la semplicità. «Era un uomo di carattere – lo ricordano gli amici di sempre – sapevi che su di lui potevi contare».
E’ stato protagonista dei grandi cambiamenti che hanno investito l’industria meccanica locale. Lo ricordava in un’intervista rilasciata alla Gazzetta di Parma qualche anno fa: «Negli anni Ottanta – spiegava – la Simonazzi era la seconda azienda al mondo di imbottigliamento, dopo una concorrente tedesca. Per rendere la dimensione del cambiamento – diceva – basti pensare che negli anni Settanta le macchine riempitrici viaggiavano a 12mila bottiglie l’ora oggi superano le 120mila».
Un cambiamento epocale frutto della rivoluzione tecnologica e digitale che ha cambiato il mondo. Sposatosi con la maestra Mina Boccaccio, scomparsa prematuramente nel 2008, la vita di Augusto è stata allietata, poi, dalla nascita del figlio Simone, dalla nuora Elisa e dei nipoti Francesco ed Andrea. Dopo il pensionamento si è dedicato con passione alla corsa disputando anche le maratone di New York, di Berlino e di Chicago. «Penso – disse nell’intervista– che il fatto di gareggiare non debba essere fine a se stesso, ma sia un modo per affrontare i propri limiti». E l’ingegnere maratoneta ha corso la sua ultima sfida contro la malattia con grande determinazione e dignità. Il figlio Simone è affranto: «Per me e per la mia famiglia resta un esempio a cui guardare ogni giorno per la forza e la determinazione che ha dimostrato nell’affrontare le sfide e le difficoltà che la vita ti mette davanti. Il suo spirito battagliero e sportivo nel senso più profondo del termine lo ha portato a fare parte del Forrest Group di Parma. Ha ricoperto anche, dal 2016 al 2022, il ruolo di presidente dello Sporting Club. I funerali sono previsti domani, partendo dalla camera ardente dell’ospedale Maggiore alle 14, per raggiungere la chiesa parrocchiale di Collecchio verso le 14.30.
Gian Carlo Zanacca
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