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Intervista al ministro

Valditara: «La tecnologia? Utile, ma attenti ai tanti rischi» - Videointervista all'arrivo a Gtalk - Video: la visita del ministro al Toschi

Valditara: «La tecnologia? Utile, ma attenti ai tanti rischi» - Videointervista

Valditara: «La tecnologia? Utile, ma attenti ai tanti rischi»

di Anna Pinazzi

30 Maggio 2024, 03:01

Guarda la videointervista al ministro Valditara prima del suo intervento a Gweb (clicca sulla foto)

L'intervista del ministro alla Gazzetta di Parma

G-talk è arrivato. L'evento della Gazzetta di Parma aprirà oggi le porte dell'auditorium Paganini a venti voci autorevoli del nostro tempo per parlare di «Diritti nel web - Diritti e tutela dei ragazzi nel mondo digitale». Ad aprire la riflessione sarà il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. In attesa di ascoltarlo, il ministro anticipa qualche riflessione alla Gazzetta di Parma.

Signor ministro, sono tante le novità che riguardano il mondo della scuola. Di recente ha lanciato l'Agenda Nord, che coinvolge anche la nostra Regione, l'Emilia-Romagna. Di cosa si tratta?

«L'Agenda Nord nasce come risposta ai problemi che Invalsi ha rilevato in merito ad alcune aree del Centro e del Nord Italia: vi sono punte veramente drammatiche in termini di dispersione implicita degli studenti, soprattutto nelle periferie delle metropoli, come Milano, Torino, Roma. Abbiamo, deciso di intervenire, come fatto lo scorso anno con Agenda Sud per il Mezzogiorno, mettendo in campo fondi per 220 milioni. Andremo a sostenere, con azioni di supporto alla didattica e alla formazione dei docenti, le scuole primarie del Centro-Nord, con finanziamenti da un minimo di 24mila a un massimo di oltre 80mila per istituto. Saranno coinvolti ovviamente anche gli istituti dell’Emilia Romagna. Per 425 scuole, tra primarie e secondarie del Centro-Nord, che presentano maggiori fattori di criticità prevediamo azioni ulteriori di sostegno».

A proposito di novità: nei giorni scorsi durante il Consiglio dei ministri, si è parlato di alunni stranieri e sostegno. Cosa è emerso, in particolare?

«Tra gli alunni stranieri c'è una dispersione scolastica di oltre il 30 per cento. Continuando così neghiamo un futuro a tanti ragazzi di origini straniere. Il loro rendimento in italiano è inoltre inferiore del 22 per cento, che corrisponde a un anno in meno di studio e formazione. Tutto questo vuol dire che il modello attuale è fallito. Il governo è intervenuto per stabilire innanzitutto che è obbligatorio accertare il livello di conoscenza della lingua italiana di questi ragazzi che vengono iscritti per la prima volta nel sistema di istruzione: conoscere l’italiano è il primo, fondamentale passo per una reale inclusione. Per chi non dovesse avere una conoscenza adeguata prevediamo che dal prossimo anno le scuole organizzino corsi extrascolastici di potenziamento che saranno appositamente finanziati. Intanto, partirà la formazione e il reclutamento per insegnanti specializzati che insegneranno italiano per gli studenti stranieri che non conoscono la nostra lingua.

E per il sostegno?

«Le famiglie potranno chiedere che il docente di sostegno dell’alunno con disabilità possa essere confermato sullo stesso posto. Se il docente sarà d’accordo, e dopo la positiva valutazione dell’interesse del discente fatta dal preside, il suo contratto sarà rinnovato anche per l’anno scolastico successivo. Tutto questo per dare la massima continuità didattica possibile agli studenti che hanno maggiore fragilità. Intanto lavoriamo per ampliare l’organico dei docenti specializzati per il sostegno, vi è una richiesta che il sistema universitario non riesce a soddisfare. Per farlo prevediamo in via eccezionale e transitoria che anche Indire possa mettere in campo i necessari corsi in aggiunta a quelli delle Università, la platea potenziale è di 85 mila insegnanti che attualmente non hanno una specializzazione».

In questo processo, la tecnologia in aula che ruolo può avere? È più un rischio o un'opportunità?

«Impieghiamo 1 miliardo e 200milioni di euro per la digitalizzazione delle aule, la tecnologia può essere uno straordinario strumento di potenziamento della didattica e per l'insegnamento anche a ragazzi con disabilità a cui siamo molto attenti. L'intelligenza artificiale può essere importante, per esempio, per la personalizzazione dei piani di formazione, tuttavia, occorre sempre che sia guidata da un docente formato e non deve essere usata in modo improprio dagli studenti per aggirare i doveri di studio che hanno. La tecnologia è uno strumento di supporto, senza mai interferire con l'umanità, la personalità e la creatività dei docenti e dei ragazzi.  È necessaria molta consapevolezza».

La stessa consapevolezza digitale che vuole promuovere e incoraggiare G-talk, l'evento della Gazzetta di Parma che sarà oggi al Paganini. Saranno presenti istituzioni, esperti, genitori e anche tanti giovani: cosa dirà loro?

«Studenti, docenti, genitori e istituzioni sono coinvolti in questo processo di consapevolezza ed educazione digitale. Confrontarsi con le giovani generazioni è necessario, oltre che estremamente produttivo e utile. Invito i docenti e le famiglie, per esempio, a non utilizzare il cellulare con i bambini più piccoli e a fare leggere al suo posto un bel libro. I danni che provoca l’uso precoce dei telefonini sono testimoniati da diverse ricerche internazionali, occorre molta prudenza».

Oggi sarà a Parma per un doppio appuntamento: oltre a G-talk, anche per la presentazione del suo libro «La scuola dei talenti», che si terrà alle 18 all'Unione parmense degli Industriali. Che temi tratterà?

«Parlerò della mia visione di scuola costituzionale, che mette la persona al centro e che si basa sulla cultura del rispetto. Questo significa dare autorevolezza ai docenti, introdurre il principio di responsabilità individuale e, nelle scuole, affiancare ai diritti i doveri, rivalutare l'importanza del valore del lavoro, con particolare attenzione al collegamento fra scuola e impresa».

Domanda secca: lei si sente più analogico o più digitale?

«Per me il cellulare è uno strumento di lavoro, che mi permette di comunicare e di essere sempre operativo. Ma appena posso, quando voglio davvero riposarmi, lo spengo. Diciamo che è necessario utilizzare questi strumenti con molto equilibrio».

Anna Pinazzi

Il ministro in visita al Toschi

Una conversazione tra ministro e studenti e studentesse: è anche questo la visita di Valditara al liceo artistico Paolo Toschi. Nel video la richiesta di una ragazza su come affrontare i problemi di ansia e di disagio che si vivono all’interno della comunità scolastica e poi una domanda “ scomoda” sulla piattaforma Unica e la possibilità di un eccessivo senso di controllo vissuto da alunni e alunne.

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