Allarme
Chi ha figli piccoli conosce bene l'odissea: la caccia all'antibiotico, un tempo facilissimo da trovare e ora diventato inarrivabile. Stiamo parlando dell'amoxicillina (questo il nome del principio attivo). Anche se non è l'unico farmaco a essersi trasformato in rarità (per verificarlo, è sufficiente controllare il sito dell'Aifa, sezione Farmaci carenti). Stringiamo il campo sull'antibiotico: pellegrinaggio tra le farmacie, giro di telefonate e di messaggi tra amici e conoscenti, fino a quando non arriva la soffiata giusta: «Vai nella farmacia X, ma affrettati, le ultime scatole stanno per finire e non sanno quando gliene rimanderanno altre». Conversazioni sentite e risentite nelle ultime settimane in città, nel resto del nostro territorio e nelle province vicine: l'amoxicillina è introvabile. Ma qual è la causa della penuria improvvisa del farmaco? Una valanga di bimbi positivi – e qui giocano un ruolo chiave i tamponi – allo streptococco. C'è da preoccuparsi? Sergio Capobianco, pediatra e coordinatore dell'unità pediatrica di cure primarie tenta di spegnere gli allarmismi. Ma intanto Fabrizio Piazza, presidente dell'Ordine dei farmacisti, conferma: nelle farmacie di amoxicillina ce n'è davvero pochissima. Un po' per il boom di richieste e un po' per le dinamiche legate alla produzione del farmaco.
Attenti alla «tamponite»
«C'è un numero di malati più alto rispetto all'era pre-Covid, però è anche aumentato notevolmente il numero dei tamponi, compresi quelli fai da te», premette Capobianco, tanto da invitare i pazienti a non ammalarsi di «tamponite». Il motivo? «Il continuo ricorso ai tamponi – spiega – porta a trovare positività allo streptococco anche tra i cosiddetti portatori sani, cioè tra quelle persone che non sono malate e nemmeno infettive. I portatori sani sono il 30 per cento». Quindi, tamponi sì, ma solo in casi indicati dal medico, per evitare di dover curare con l'antibiotico (a base di amoxicillina) chi non ne ha alcun bisogno.
«Mai fare il tampone a un paziente che non ha sintomi». Anche una febbre «leggera» non sarebbe sufficiente. «Serve un'obiettività, sintomi precisi, ad esempio il mal di gola. Poi, se a un paziente positivo non si abbassa la febbre dopo un giorno, un giorno e mezzo di antibiotico, vuol dire che la causa del suo malessere non era lo streptococco».
L'eredità del lockdown
Mascherina e distanziamento sociale hanno aiutato a contenere il Covid. «Ma durante il lockdown è venuto a mancare il contatto con gli agenti infettivi e quindi si è ridotta l'immunità naturale. Così negli ultimi anni, non solo quest'inverno, assistiamo al riacutizzarsi delle infezioni da streptococco e alla ripresa di malattie in passato meno diffuse. Tra i più piccoli sono aumentate le bronchioliti, le infezioni respiratorie, la quinta malattia, fortunatamente non pericolosa, e anche la cosiddetta bocca-mani-piedi». Poi c'è anche la pertosse, che colpisce i neonati non ancora vaccinati e infettati dagli adulti (anche se vaccinati) che sono a stretto contatto con loro. «Con l'estate e la chiusura delle scuole le infezioni tendono ad attenuarsi – assicura Capobianco - ma da novembre a maggio tornano a crescere».
Di farmacia in farmacia
Fabrizio Piazza vive in prima linea la mancanza di antibiotici. «Anche io, nella mia farmacia, sono rimasto senza amoxicillina. Ho un antibiotico a base di amoxicillina e acido clavulanico, ma i pediatri, per curare l'epidemia di streptococco, preferiscono il primo farmaco, che forse si può trovare nelle farmacie più periferiche, dove c'è meno richiesta». Piazza poi assicura: «Già mesi fa lamentammo una carenza. Ora abbiamo rifatto la segnalazione alla Regione e all'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco». Ma può un aumento dei casi di streptococco mettere in crisi il mercato? «I produttori non fanno volumi enormi e poi il farmaco ha una redditività molto bassa». Il costo infatti non supera i due euro e cinquanta centesimi.
La necessità aguzza l'ingegno e così alcune farmacie stanno producendo «in casa» gli antibiotici adatti per curare lo streptococco. Tuttavia l'elenco dei farmaci introvabili non si ferma qui (anche in questo caso, si veda il sito dell'Aifa) e le carenze vanno avanti da mesi. Basti pensare ad alcuni farmaci indicati per contrastare il reflusso gastrico (qualche mese fa una delle marche più famose era improvvisamente scomparsa dal mercato, per poi ricomparire a pagamento) e ad alcuni preparati a base di ibuprofene per abbassare la febbre e il dolore ai bimbi: c'è addirittura chi se lo è fatto spedire da oltreoceano, dai parenti americani. Sembra assurdo, ma è la realtà.
Pierluigi Dallapina
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