CONDANNA
«Un momento di debolezza». Sguardo basso, la voce un po' tremante: quelle quattro parole le aveva sussurrate davanti agli agenti della polizia postale, quasi fosse lui - poco più che trentenne - a doversi giustificare per ciò che era accaduto quattro giorni prima. Eppure, provava vergogna nel raccontare che quella notte, dopo aver chattato con una ragazza incrociata su Instagram, aveva accettato il suo invito a spogliarsi davanti allo schermo, mentre la bella sconosciuta faceva altrettanto. Un tête à tête che avrebbe dovuto rimanere intimo, archiviato nella memoria di entrambi. Ma l'illusione era svanita nel giro di pochi minuti, perché la ragazza gli aveva subito presentato il conto: «Voglio 3.500 euro, altrimenti mando video e foto a tutti i tuoi contatti social». E Paolo (lo chiameremo così) aveva pagato gran parte della cifra - 2.277 euro - prima di capire che le richieste non sarebbero mai cessate se non avesse fatto denuncia. La somma è stata recuperata grazie al sequestro disposto dal gip, ma quelle immagini avevano già cominciato a fare il giro di amici e conoscenti. Soldi richiesti dalla ragazza, che non è mai stata identificata, ma arrivati in gran parte su una Postepay intestata a un 29enne ivoriano con casa a Brembate di Sopra, nel Bergamasco. E' stato lui a finire sotto processo per concorso in estorsione, e ieri è stato condannato a 5 anni e 1.000 euro di multa dal giudice Francesco Matteo Magnelli: una pena che peraltro è andata ben oltre la richiesta del pm Elena Riccardi (3 anni e 6 mesi).
Quella notte di aprile del 2021 Paolo aveva navigato a lungo sui social, come spesso gli accadeva il sabato, dopo una serata non troppo divertente e finita un po' in fretta. E forse anche per questo, oltre che per la bellezza di Anna (così si era presentata), aveva accettato la sua amicizia. Uno scambio di messaggi banali, giusto per fare conoscenza. Ma poi lei aveva gettato le basi per passare al piano d'attacco: gli aveva chiesto l'indirizzo mail per poter trasferire la conversazione sulla piattaforma Hangouts.
Richiesta insolita, visto che avrebbero potuto continuare a scriversi messaggi, ma Paolo aveva comunque deciso di accettare. E poco dopo aveva ricevuto la videochiamata di Anna. Sguardo ammiccante, qualche parola suadente, e poi la ragazza aveva cominciato a spogliarsi. «Dai, fallo anche tu insieme a me», gli aveva sussurrato. E così anche lui pian piano si era sfilato i vestiti.
Nudi. Davanti allo schermo. Ma improvvisamente l'immagine si era bloccata. E poco dopo Anna era ricomparsa con uno sguardo diverso e un sorriso che pareva un ghigno. Gli aveva detto che il video era stato registrato, così come erano state scattate alcune foto mentre lui si denudava. Sul momento Paolo non riusciva a capire, era solo sorpreso per quella rivelazione. Ma il messaggio che aveva cominciato a lampeggiare poco dopo sullo schermo chiariva ogni dubbio: voleva soldi. Soldi per non diffondere quelle immagini.
In un istante gli erano sfilati davanti agli occhi i sorrisini degli amici. E aveva udito anche le loro battute pungenti. Si era sentito addosso anche lo sguardo di disapprovazione dei genitori. Era terrorizzato, Paolo, e così aveva deciso di contrattare il prezzo: non più di 2.000 euro invece dei 3.500 richiesti.
Era schizzato in una tabaccheria quello stesso giorno, facendo una ricarica da 997,99 euro sulla carta Postepay che gli era stata indicata e subito dopo aveva trasferito 600 euro con Moneygram a una certa Anna residente ad Abidjan, in Costa D'Avorio. Ma la quota 2.000 euro era ancora lontana, così 24 ore dopo aveva fatto un'ulteriore ricarica da 680 euro sulla stessa Postepay.
Eppure, lei continuava a battere cassa inviandogli messaggi WhatsApp a raffica. E quando Paolo ha deciso di bloccarla, dopo essersi anche sfogato con i genitori, alcune sue immagini di quella notte sono state inviate ai profili Instagram di una sua amica e della palestra che frequentava. Con tanto di didascalia infarcita di calunnie: «Vi mando le foto nude di... Si masturba e violenta ragazze di 10 anni, è un pedofilo».
Vendetta servita. Nonostante i 2.277 euro versati.
Georgia Azzali
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