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Concerto

L'inno alla pace di Aeham Ahmad e Paolo Fresu inizia con venti minuti di ritardo ma poi conquista il foltissimo pubblico

L'inno alla pace di Aeham Ahmad e Paolo Fresu inizia con venti minuti di ritardo ma poi conquista il foltissimo

di Lucia Brighenti

10 Giugno 2024, 03:01

Parla di dialogo la musica Aeham Ahmad, di un incontro tra Medio Oriente e Occidente, tra melodie dagli intervalli di sapore esotico e ritmi europei, tra musica siriana, jazz ed elementi classici. E coinvolge un pubblico foltissimo facendolo cantare con lui. È così che si è conclusa ieri sera la decima edizione del Festival della Lentezza, nella chiesa di San Francesco del Prato dove il concerto «Musica dalle macerie», che si sarebbe dovuto tenere in Piazzale San Francesco, è stato spostato a causa del meteo avverso.

Complice l’incontro assolutamente inedito della voce e pianoforte di Ahmad con la tromba di Paolo Fresu, nonostante le previsioni di pioggia la serata ha richiamato una fila interminabile di persone che ha atteso nel piazzale di poter entrare nella chiesa. Troppe per soddisfare tutte (quattrocento erano i posti a sedere previsti). Un problema tecnico ha fatto ritardare di una ventina di minuti l'attesissimo appuntamento.

La tre giorni di eventi ispirati al tema «La nostalgia del futuro» si è conclusa così con un concerto in cui si parlava soprattutto di nostalgia per un futuro di pace, di cui Ahmad è portavoce. Vincitore nel 2015 dell’International Beethoven Prize for Human Rights e, nel 2023, del Premio Yorum – istituito dal Club Tenco in collaborazione con Amnesty International Italia per dare visibilità agli artisti che, mettendo a rischio la propria vita, lottano per la libertà e i diritti umani in tutto il mondo - Aeham Ahmad è diventato infatti famoso per aver donato speranza e voce ai sopravvissuti del campo profughi palestinesi di Yarmouk, vicino a Damasco, quando questo, nel corso della guerra siriana, fu bombardato e occupato dai terroristi del gruppo estremista Stato Islamico. Le immagini di lui che suonava in mezzo alle macerie avevano lasciato il segno nella comunità internazionale: una forza comunicativa che i miliziani dell’Isis avevano cercato di mettere a tacere nel 2015, bruciando il suo pianoforte. Emigrato in Germania, Ahmad continua però a portare all’attenzione del pubblico internazionale la situazione siriana e a donare parte del ricavato dei suoi concerti ai profughi del suo paese. La sua musica parla di speranza, più che di macerie. L’incontro con Fresu, appassionato di contaminazione tra i generi musicali, ha mostrato come l’apertura al dialogo crei ponti tra culture diverse fino a trasfigurare l’Inno alla Gioia di Beethoven, canto per la fratellanza tra i popoli. Il concerto, applaudito con calore dal pubblico, è stato introdotto da Alberto Monteverdi, presidente di Turbolenta APS, Frate Francesco Ravaioli, dal vicesindaco Lorenzo Lavagetto e Marco Boschini, direttore artistico del Festival. Il Festival della Lentezza è organizzato in collaborazione e con il sostegno dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Parma.

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