PATTEGGIAMENTO
Una preda facile. Almeno così era sembrata ai due amici. E complici. Si erano anche premurati di staccare la targa dallo scooter rubato prima di andare all'attacco. Ma non avevano fatto i conti con il coraggio e la tenacia della ragazza: si era battuta con tutte le sue forze per non farsi strappare la borsetta. Aveva incassato pugni e calci, e alla fine i due scippatori se ne erano andati a mani vuote finendo poi in manette. Napoletani, entrambi giovani - 20 e 23 anni - hanno patteggiato rispettivamente 1 anno, 2 mesi e 20 giorni e 1 anno e 4 mesi, oltre alle multe di 1.000 e 1.200 euro. Stessi reati per tutti e due, ossia tentata rapina, lesioni e ricettazione, oltre al porto abusivo di un cacciavite da taglio lungo 16 centimetri e mezzo, di cui invece era accusato solo il 23enne. Le pene sono state sospese.
Erano entrati in azione di notte, nell'ottobre del 2022. E forse erano anche certi di trovare la donna, 30 anni, che camminava lungo il marciapiedi di via Emilia Ovest, in zona Crocetta. Lo scooter, si scoprirà poi, era stato rubato qualche giorno prima, ma non è stato possibile attribuire il furto ai due ragazzi, che però sono stati accusati di ricettazione.
Verso mezzanotte e mezza si erano avvicinati alla ragazza, pronti a ingranare subito la marcia per ripartire dopo aver messo a segno il colpo. Alla guida il 23enne, che già aveva cominciato a sgasare mentre il complice metteva le mani sulla tracolla della borsetta della ragazza. Tirava con tutta la forza possibile, ma anche lei non mollava. E, così, scippatori e bersaglio si erano ritrovati tutti a terra. Uno dei due ragazzi era risalito subito in sella, mentre il complice, furioso per quell'inaspettato fuori programma, si era avventato sulla donna ancora sull'asfalto. Ma lei resisteva e, soprattutto, continuava a urlare chiedendo aiuto. Così tanti decibel nel silenzio della notte che i due scippatori si erano presto convinti a cambiare i piani. Seppure senza un centesimo, avevano preferito far perdere le loro tracce. O perlomeno era ciò che avrebbero voluto fare, perché poi erano comunque stati arrestati. E dalla tasca interna della giacca del 23enne era spuntato anche quel cacciavite difficilmente giustificabile.
G.Az.
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