Il ricordo delle sorelle
Era l'amatissima decana delle Sorelle del Carmelo. Aveva 100 anni, suor Maria Rosa, compiuti il 29 aprile. «La sua morte è stata così: silenziosa, discreta, serena. Proprio come era lei». Le Carmelitane ricordano la sua lunga vita, consacrata al Signore. I funerali saranno celebrati questa mattina alle 11,30 nella chiesa delle Carmelitane Scalze di via Montebello.
La nostra suor Maria Rosa proveniva dal Trentino, dove era nata il 29 febbraio del 1924. Lavorava come sarta e aveva una mano finissima: abilità che portò in monastero, dove realizzò fino a tarda età dei veri capolavori di rammendi e aggiustature, anche su commissione dall'esterno.
A 26 anni entrò al Carmelo di Parma, che a quell'epoca era ancora situato nel vecchio e fatiscente edificio di borgo Felino, emise i voti il 26 aprile del 1953, e nel 1957 si trasferì con tutta la comunità nell'attuale edificio di via Montebello.
Della sua vocazione abbiamo ben poco da dire: la sua riservatezza tutta trentina, cui si aggiungeva un'indole personale molto discreta e delicata, ci ha impedito di sapere dalla sua bocca qualcosa sulla sua vita interiore.
Quello che sappiamo è quello che abbiamo visto con i nostri occhi: fedelissima all'orazione, sempre presente con puntualità agli atti comuni, molto affezionata alla lettura: caratteristica che conservò fino alle soglie della morte.
In comunità lavorò più che altro di ago, cosa che le permetteva di assecondare la sua abilità professionale e anche la sua indole nascosta e silenziosa.
Ma sul finire degli anni '80 l'allora priora Madre Gabriella le assegnò l'ufficio di ruotara: fu una rivelazione! Con le persone che si presentavano in monastero sapeva essere affettuosa e accogliente, così da lasciare tutti incantati da quella suorina così gentile e carina. Aggiungiamo infatti che la sua statura bassa e il viso liscio e senza ombra di rughe le davano un aspetto quasi di fanciulla.
La sua natura ultra-precisa fu preziosissima per la ruota... e per la priora: se si diceva una cosa a suor Maria Rosa si poteva stare certi che al giorno giusto e all'ora giusta avrebbe - discreta e delicata - fatto il suo bravo promemoria alla Madre o alle sorelle interessate!
Poi, verso i novant'anni, abbandonò progressivamente gli uffici, limitandosi a lavoretti d'ago. Questo meritato «pensionamento» le permise di dedicarsi alla lettura con assiduità: quante volte la vedevamo con il libro in mano!
Era rimasta abbastanza autonoma, ed era bello vederla andare lungo il corridoio con il suo girello, utilizzato come beauty-case: sapone, asciugamano, spazzolino, spugna, dentifricio... tutto era perfettamente allineato sul ripiano del girello!
Ma una brutta sera, a 95 anni, cadde a terra sulla soglia della porta: nessuna frattura e nessuna perdita di coscienza, ma lo spavento che ne riportò le fu fatale: da quel momento si sentì totalmente insicura nel camminare, e noi le suggerimmo di stare per qualche tempo a letto o in poltrona. Suor Maria Rosa accolse volentieri il nostro consiglio ma... da allora non camminò più.
Gli anni successivi furono divisi fra letto e poltrona, nell'ambiente luminoso e candido dell'infermeria. Mai un lamento, ma sempre tanti sorrisi e tanta serenità! Fedele alla lettura e alla preghiera, allietata dalle visite delle sorelle e perfino dalla presenza del computer, che aveva imparato a utilizzare per ascoltare omelie e conversazioni religiose... A un certo punto facemmo anche installare un grosso schermo collegato alla chiesa, così che poteva seguire perfettamente tutti i nostri atti liturgici.
Ma gli anni presentavano il conto, e la sua vitalità, così come la sua vocina, si fece sempre più ridotta; tuttavia trovò ancora le energie per festeggiare con noi i suoi cento anni... e che festeggiamenti!
Il 29 febbraio si presentò alla porta nientemeno che il sindaco Michele Guerra con tanto di consiglieri comunali, nonché alcuni esponenti dell'opposizione. Mentre il seguito attendeva fuori, il sindaco è entrato con il suo addetto stampa e le ha fatto gli auguri con piantina omaggio e diploma!
E non è finita: il giorno 29 aprile è stata la volta del vescovo Mons. Enrico Solmi, anche lui con una pergamena omaggio e tanta cordialità...!
Dopo questo «exploit sociale» - ormai è storia recente - suor Maria Rosa ha avuto una specie di crollo: vitalità al lumicino, parole impercettibili, movimenti azzerati, alimentazione ipodermica e somministrazione dell'ossigeno... ma si vedeva che capiva ed era lucida. Soltanto a partire da sabato 15 giugno
ci ha dato l’impressione di essere incosciente, e sempre senza mostrare alcun segno di sofferenza.
Il senso di serenità e di pace che ci ha lasciato è stato il suo primo dono... e non l'unico: poche ore dopo la sua partenza per il Cielo, abbiamo ricevuto la telefonata di una ragazza che si sente
attratta dalla nostra vita.
Se è una rosa - ci si permetta di giocare sul nome... - fiorirà!
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