La rassegna
«L'augurio migliore che mi darei? Quello di riuscire a tenere tutte le Veroniche che sono in me sia nella vita che nella professione».
È schietta Veronica Gentili davanti al pubblico del Palazzo del Governatore. La prima ospite di «Dedalo», la rassegna dedicata all'educazione all’ascolto e alla meditazione su più temi del mondo attuale, grazie al progetto ideato e curato da Luca Sommi, è stata intervistata dalla giornalista della Gazzetta di Parma Mara Pedrabissi su più temi: dalla carriera personale alla politica, passando dalla parità di genere.
«È molto bello iniziare Dedalo con una donna bella e intelligente - ha introdotto Mara Pedrabissi - e che sa arrivare alla gente. Una donna con un gran pregio: quello della curiosità. Quali le sfide? Quali i rischi di lavorare in un programma televisivo così noto come "Le Iene"?».
«Quando si deve affrontare un programma così radicato nell'immaginario collettivo i rischi sono tanti - ha risposto Veronica Gentili -. In televisione se le cose vanno bene hai tutti gli onori, ma se le cose vanno male le responsabilità sono tue. E l'anno scorso sono arrivata alle Iene con un percorso diverso, quello giornalistico, ma fortunatamente non mi sono bruciata le ali e sono stata confermata». Un successo dietro al quale c'è sicuramente un segreto: «Far bene con il proprio stile - ha aggiunto la Pedrabissi -, con il proprio stile». E la politica? Come vede la Gentili i leader italiani? «Sicuramente stanno messe meglio le donne degli uomini - ha continuato -. Salvini sta vivendo un momento di grande difficoltà, ma anche Conte e i 5 Stelle vivono un periodo molto complicato. Il dilemma essere e non essere appartiene invece alla Meloni: ha preso la strada della moderazione e non è stata pericolosa per nessuno. Elly Schlein è quella che si sta muovendo meglio, nonostante il suo partito». E alla domanda se la Schlein avesse dovuto candidare Ilaria Salis per il Pd, la Gentili non ha avuto dubbi: «La Salis con la sua storia politica è certamente più vicina al mondo dei Verdi Sinistra che a quella del Pd». L'intervista si è poi spostata su come dovrebbe governare una donna: «Innanzitutto non dovrebbe negare la propria natura e contribuire con quelle caratteristiche aggiuntive che la distinguono da un uomo». E rivolgendosi al pubblico femminile ha esortato: «Non cerchiamo solo posti di potere ma recuperiamo la nostra femminilità in quei posti di potere». Dalle donne e la politica alle donne e televisione, dove è facile essere giudicate per il proprio aspetto fisico: «Anche a me è capitato molte volte - ha confessato la Gentili -, in più io avevo un aggravante, quello di arrivare dal teatro e dal cinema. La prima tentazione è sempre quella di vestirsi da monaca di Monza, ma poi pensi: ma perché? È necessario? Una donna deve farsi un mazzo così, deve essere bravissima e non sbagliare mai. L'automatismo che dietro alla carriera ci debba essere un uomo è insopportabile».
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