VITA DI PAESE
Gli ultimi scatoloni di cartone si stanno riempiendo con le cornici che erano appese alle pareti. Un cliente abituale ha regalato ai proprietari un grappolo di palloncini gialli e blu, che ora galleggiano all’ingresso del negozio. Sono i segnali della chiusura di Annalimentari, uno degli ultimi baluardi di tradizione presenti nella piccola frazione di Porporano.
A guardarlo oggi è un luogo che contrasta con i tempi che stiamo vivendo. Sopra al bancone, che profuma ancora di pane e di biscotti, penzola un antico aratro. Sugli scaffali pochi barattoli di marmellata, qualche bottiglia di vetro, e alcune scatole di pasta, raccontano storie di lentezza e genuinità. «La cosa che mi mancherà più di tutte sarà il rapporto umano con i clienti», racconta commossa Anna Maria Costi. Era il 4 luglio del 2000 quando, assieme al marito Dante Scaramuzza, aprì le porte del suo piccolo negozio. Clienti abituali, lavoratori in pausa, viaggiatori di passaggio sono passati tra gli scaffali della bottega, acquistando il pane per la colazione, la spesa per la cena o semplicemente scambiando due chiacchiere con Anna e Dante. Annalimentari era più di un negozio, era un punto d’incontro, un luogo dove ci si sentiva a casa.
«Con molti clienti abbiamo instaurato un rapporto di amicizia, abbiamo ascoltato le loro vicissitudini e le loro confidenze», ha spiegato Anna. Come muta testimonianza rimane la vecchia panca di legno di fronte all’ingresso del negozio. «Qui si ritrovavano molte persone del paese – racconta Dante, mostrando una foto scattata dieci anni fa che ritrae alcuni vecchi avventori sorridenti seduti sulla panchina dell’alimentari, -. A volte venivano anche solo chiedendomi: mi racconti una barzelletta?».
Ma il tempo scorre inesorabile e i ritmi cambiano. I grandi supermercati, con i loro prezzi allettanti e le loro lunghe corsie, hanno conquistato la maggior parte dei clienti. «Nei grossi ipermercati – ha continuato Anna – ci si va soltanto per fare la spesa e si perde ogni componente di socialità».
Annalimentari si è dimostrato sensibile anche ai bisogni della comunità di Porporano. «Abbiamo sempre cercato di fare la nostra parte, dalle offerte all’Emporio solidale, ad Avis e al Grest di Porporano». Uno spirito di solidarietà che non si è esaurito nemmeno con la chiusura dell’attività. «Ci stiamo organizzando per donare il bancone del negozio all’Ucraina», ha spiegato Dante. Quali saranno i progetti di Anna e Dante per il futuro? «Facciamo i nonni» hanno detto sorridendo.
La chiusura di Annalimentari è un segno tangibile del cambiamento che sta travolgendo le nostre città. Ma l’eredità non andrà persa. Il suo esempio di dedizione, passione e genuinità rimarrà impresso nel cuore di tutti coloro che sono passati attraverso la porta di questo piccolo negozio e forse il dono di quel bancone rappresenterà l’inizio di una nuova piccola attività in un paese piegato dalla guerra.
Andrea Grassi
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