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Arena Shakespeare

Luca Sommi celebra la Costituzione

Luca Sommi celebra la Costituzione

di Filippo Marazzini

01 Luglio 2024, 03:01

redDomani sera, all’Arena Shakespeare di Teatro Due, andrà in scena in anteprima nazionale «Viva la Costituzione», un monologo, prodotto da Loft e distribuito da Epochè ArtEventi, in cui il giornalista, scrittore e conduttore televisivo Luca Sommi ripercorre la storia della nostra carta fondamentale, riflettendo sulla sua bellezza e criticando le riforme - soprattutto quella sul cosiddetto premierato proposta dal governo Meloni - che si prefiggono di stravolgerla. «Lo spettacolo vuole esortare a leggere o rileggere quel testo straordinario - puntualizza Sommi - che è frutto di tante culture diverse: in Assemblea Costituente infatti sedevano laici e cattolici, monarchici e repubblicani, socialisti e liberali. La narrazione parte dal 1947, ma guarda indietro a Pericle, all’Illuminismo, alle grandi rivoluzioni del Settecento, a Marx e a Tolstoj. Racconterò, aiutato anche da pezzi musicali evocativi e dalla proiezione di dipinti, il percorso secolare che sta alla base delle idee contenute negli articoli, dei veri e propri miracoli che hanno traghettano nel presente le intuizioni di Petrarca, Dante, ma anche di tutta la storia dell’arte italiana, da Giotto a Caravaggio. È davvero “la più bella”, come recita il titolo del mio ultimo libro, perché, nell’arco di una notte, ci ha trasformato da sudditi di una monarchia in cittadini, titolari di diritti».

Diritti - come quello di voto - che però, settant’anni dopo, rischiamo di dare per scontati. «Le disposizioni della Costituzione, per avere compimento, devono trovare applicazione nelle leggi ordinarie, ma la politica spesso non si uniforma al testo della carta fondamentale e così, piano piano, il patto sociale si è rotto. I governanti, invece che concorrere a sollevare dalle paure, le alimentano e il popolo risponde disertando le urne e, di fatto, disconoscendo le istituzioni».

Istituzioni rappresentate allora, in Assemblea Costituente, da personalità eccezionali. «Nello spettacolo cito il presidente dell’Assemblea, Umberto Terracini, che trascorse, sotto il fascismo, più di seimila giorni di carcere. Quando chiesero a Pertini una forma geometrica per definirlo, lui rispose: “Una retta” per indicarne la profonda coerenza. Ma indago anche le madri costituenti, come Nilde Iotti o Teresa Noce, perché la Costituzione e la Repubblica sono, non solo grammaticalmente, entità femminili: nel ‘46 le donne contribuirono infatti con il loro primo voto alla sconfitta della monarchia e all’apertura di un inedito orizzonte di libertà e uguaglianza».

La Costituzione ha sì una dimensione temporale e storica, ma anche spaziale e andrebbe abitata come un luogo: non a caso Calamandrei, in un celebre discorso agli studenti milanesi, invitava proprio ad andare sulle montagne per comprendere appieno la temperie che la fece nascere. «Se potessi leggerla pubblicamente in tre luoghi - continua Sommi - lo farei al passo della Cisa, il valico che unisce due regioni protagoniste della Resistenza. Poi in piazza Duomo, a Milano, perché mi piacerebbe che quelle parole risuonassero potenti come i versi di una canzone rock e infine a Roma, in piazza Venezia, per ribadire con forza l’anima antifascista della nostra Repubblica».

Il testo costituzionale è un congegno a orologeria in cui ogni singolo termine è scelto con estrema cura. «Per la guerra non viene utilizzato il verbo condannare o rifiutare, ma quello più forte di tutti, “ripudiare”. In più la Costituzione “riconosce” i diritti sottintendendo che questi sono qualità intrinseche nell’uomo. Nell’articolo 1 poi si parla di “Italia” non di stato italiano, comprendendo così tutti gli individui, certo, ma anche i mari, le montagne, l’inventiva, l’arte, la storia: la nostra intera identità culturale e ambientale».

La prima dello spettacolo coincide anche con la conclusione della rassegna Dedalo, ideata e curata dallo stesso Sommi: «La manifestazione è nata lo scorso anno come una sfida ed è diventata un appuntamento molto apprezzato: Parma ha risposto in modo straordinario ed è stato bellissimo vedere piazza Garibaldi gremita di cittadini interessati a temi importanti come la guerra in Ucraina e a Gaza, il giornalismo, la giustizia e la letteratura».

Filippo Marazzini

© Riproduzione riservata

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