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Perseguita la sorella, condannato a un anno e tre mesi

Perseguita la sorella, condannato a un anno e tre mesi

05 Luglio 2024, 03:01

Finché fu in vita il babbo, bene o male sembrava ci fosse una sorta di pace in famiglia. In realtà, non era che una tregua armata. O meglio ancora la quiete prima della tempesta. È di stalking che si parla, sempre di un uomo ai danni di una donna, sempre all'interno di una famiglia, ma stavolta tra un fratello e una sorella salsesi, entrambi sulla sessantina, entrambi sposati. Avere la stessa madre, anziché unirli, li ha divisi sempre più. Dapprima, fino al 2018, pare che fosse soprattutto la sorella ad accudirla. Poi - complice anche la paura di trovare il fratello in casa della mamma - sembra che lei abbia via via diradato le visite. Dando al fratello motivi in più di critica, che presto si sarebbe trasformata in persecuzione. Fino a far scattare dapprima un ammonimento del Questore e poi diverse denunce. Ieri, la sentenza del processo di primo grado: il sessantenne è stato condannato a un anno e tre mesi dal giudice Francesca Merli, riconoscendo le attenuanti generiche, dopo che il pm Marirosa Parlangeli a carico dell'imputato aveva chiesto tre anni e sei mesi di reclusione.

Diversi gli episodi contestati, tra il 2018 e il 2019. E diverse le modalità con le quali l'uomo avrebbe esternato i propri sentimenti nei confronti della sorella accusata di non dedicare alla mamma le dovute attenzioni. Ad alimentare la discordia sarebbero poi intervenuti anche altri fattori. Nel giugno del 2018, ad esempio, la donna ricevette un sms dalla cognata che lamentava di essere stata picchiata dal fratello. «Rivolgiti al Centro antiviolenza» le avrebbe risposto l'altra. Saputo di questo consiglio, il fratello (convinto anche che la sorella avesse fornito alla moglie anche il nome di un avvocato esperto della materia) sarebbe andato su tutte le furie, finendo con il presentarsi sotto l'ufficio della sorella, che è dipendente pubblica, gridando epiteti non riferibili. Scena ripetuta tempo dopo, con l'aggiunta che prima o poi lei sarebbe stata «beccata» e che lui gliel'avrebbe fatta pagare. Il mese seguente, la donna avrebbe più volte risposto a telefonate mute dal telefono della madre (semiparalizzata per un ictus), quasi di certo fatte dal fratello.

Ma ci sarebbe stato anche un altro elemento d'attrito. Pare infatti che l'uomo, con una sorella minore, nel 2018 avesse organizzato una sorte di piccola casa di riposo nell'abitazione della madre. Una struttura ovviamente illegittima, che sarebbe stata chiusa dai Servizi sociali l'anno seguente. E chi li avrebbe avvisati, secondo l'imputato? La sorella. E lui, incontrandola in un altro supermercato, l'accusò di aver fatto cacciare di casa la madre, per poi appoggiarle un pugno sulla guancia e romperle il cellulare. In un'altra occasione la donna era stata pedinata in auto dal proprio persecutore mentre stava andando al supermercato. Prima di liberarsene avvicinandosi alla caserma dei carabinieri, lei gli avrebbe anche visto portarsi l'indice alla fronte, a simulare una pistola pronta a sparare. E di pistola (che tuttavia lui non avrebbe mai posseduto) le avrebbe parlato anche la madre un giorno che, da sola, le telefonò per avvisarla che il fratello aveva espresso l'intenzione di spararle con una pistola.

Pare inoltre che l'imputato abbia puntato con l'auto il marito dell'«amata» sorella che camminava lungo la strada e che solo la prontezza di riflessi di quest'ultimo abbia evitato il peggio. Una serie di episodi che hanno comportato anche una crisi di panico nella donna finita al Pronto soccorso. Con il fratello fuori, in auto. Pare non per accertarsi delle sue condizioni.

rob.lon.

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