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Miniere di Corchia, anche da Borgotaro il «no» alla riapertura

Miniere di Corchia, anche da Borgotaro il «no» alla riapertura

17 Luglio 2024, 03:01

E’ stata approvata all’unanimità la mozione presentata dal gruppo di maggioranza al consiglio comunale di Borgotaro a contrasto di ogni forma di ricerca di attivazione delle miniere di Corchia.

Un tema che è da tempo all’attenzione del consiglio comunale e verso il quale si sono già espressi in maniera contraria cittadini, politici e imprenditori, ma che è tornato di attualità a seguito del decreto legge «materie prime critiche» approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 25 giugno in adeguamento all’ordinamento nazionale alle disposizioni del regolamento dell’Unione Europea 2024/1252 e volto a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche. Una disposizione che ha fatto «tremare i polsi» in Valtaro, dove si teme che lo spettro della riapertura della miniera di Corchia possa tornare all’orizzonte nonostante la contrarietà del territorio e il valore naturalistico dell’intera area.

«L’approvazione di questo decreto ha immediatamente suscitato preoccupazione in vari territori, il nostro compreso – ha premesso il sindaco Marco Moglia illustrando la mozione - poiché appaiono più “facilitati” gli iter di riattivazione delle miniere».

«E’ stato fatto tanto per contrastare sia la ricerca che l’apertura delle miniere, sia a livello locale da tutte le forze politiche dal Comune di Borgotaro all’Unione dei Comuni, dalla Provincia alla Regione, che più volte ha specificato che non saranno riaperte le miniere – ha ricordato l’assessore Stefania Mortali – e il 24 giugno la giunta regionale, nella delibera per le misure di conservazione dei siti Natura 2000, ha ribadito che è vietato aprire nuove cave e nuove miniere o ampliare quelli esistenti. La critica più forte che si fa verso questo decreto legge è di uniformare tutte le ricerche: si parla di strategia nazionale senza dare una valutazione puntuale per il singolo e zone».

«Come amministratore pubblico di un territorio di montagna esprimo la mia totale contrarietà ad ogni forma di sfruttamento minerario effettuato da un soggetto multinazionale, e che non risponde quindi alla comunità locale, su un territorio che presenta delle particolarità tali da renderlo estremamente vulnerabile dal punto di vista ambientale» è stata la posizione espressa dal capogruppo di opposizione Cristiano Delmaestro, che resta però «possibilista» su una mappatura delle risorse da parte dello Stato.

A chiudere il dibattito, prima del voto, è stato Matteo Daffadà, nella «doppia veste» di consigliere comunale e regionale. «La volontà della Regione è sempre stata quella di non consentire, nelle aree vincolate, nemmeno la fase di ricerca e siamo riusciti a limitare le ricerche alle sole aree che non hanno nessun tipo di vincolo – ha detto Daffadà -. Abbiamo citato la delibera sulla Rete Natura 2000 ma credo che sia corretto aggiungere il ringraziamento all’assessorato ambiente di Irene Priolo che fin dall’inizio di questa vicenda ha dedicato grande attenzione e vicinanza al territorio. E’ stato importante l’intervento del comitato, delle amministrazioni, del tessuto economico, universitario e civile: tutti ci siamo espressi in modo contrario rispetto ad un’iniziativa che, se non riusciamo a tenere alta l’attenzione sul nostro territorio, potrebbe far riaprire attività estrattive che credevamo tombate per sempre».

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