il terremoto
Il terremoto in casa Lega è arrivato all'improvviso, con una lettera dal tono burocratico, ma dal risvolto politico dirompente. La maggioranza dei componenti della direzione provinciale si è dimessa dall'incarico, portando quindi all'azzeramento di tutta la direzione e facendo anche decadere la segretaria provinciale, Patrizia Caselli, che di dimettersi però non aveva nessuna intenzione. «Questo deve essere chiaro, io non mi sono dimessa», specifica, con il solito garbo che la contraddistingue. Nel resto del partito le bocche sono cucite. A non parlare sono soprattutto i sei dimissionari che, con il loro gesto, hanno praticamente azzerato il vertice locale della Lega. La lettera è datata 16 luglio, ed è indirizzata al direttivo provinciale e a quello regionale, a cui ora resterà da decidere cosa fare del partito a Parma. L'ipotesi commissariamento è quella più probabile.
Il «fulmine»
La lettera di dimissioni dei sei leghisti è un fulmine a ciel sereno? No, perché nel partito i malumori vanno avanti da tempo e ad esasperare gli animi ci ha pensato il risultato poco brillante alle elezioni europee di giugno. Soprattutto se confrontato con l'exploit di cinque anni fa, quando in Emilia Romagna la Lega raggiunse il 41%.
Ma chi sono i sei che hanno deciso di lasciare e, lasciando, di staccare la spina a tutta la direzione provinciale? Nell'elenco si incontrano alcuni volti noti del partito: si va da Paola Zanichelli, segretaria cittadina, a Lorenzo Bonazzi, per due mandati sindaco di Solignano battuto per un pugno di voti. Si prosegue con Sabrina Alberini, ex sindaco di Lesignano uscita sconfitta dall'ultima tornata amministrativa, e con Martina Pini, consigliera comunale di minoranza a Medesano. Chiudono l'elenco dei dimissionari altri due iscritti: William Ferretti e Paola Ragone.
La lettera è asettica, perché contiene la firma dei sei e l'oggetto: dimissioni dalla carica di membro del direttivo provinciale Lega per Salvini premier. Stop. Non una riga sulle motivazioni che hanno portato alla decisione di dimettersi.
Arriva il commissario
E adesso cosa succederà? La direzione provinciale è composta da dieci componenti e le dimissioni di sei membri porta all'azzeramento del vertice del partito. Un azzeramento che coinvolge anche la segretaria provinciale Patrizia Caselli. «Non mi sarei mai dimessa. Chi vuole bene alla Lega sa che questo è il momento di rimboccarsi le maniche e di fare il bene del partito». Di più Caselli non vuole dire. Forse perché nella Lega vige ancora una ferrea disciplina di partito. Una disciplina che però non ha impedito alla notizia delle dimissioni di bucare la consegna del silenzio.
Bonazzi e Zanichelli, contattati telefonicamente, hanno deciso di non commentare la loro scelta, rimandando ogni chiarimento ad una nota del «regionale», che però non è mai arrivata. L'Alberini non ha nemmeno risposto ai messaggi: silenzio totale.
A decidere ora sarà Matteo Rancan, il segretario regionale, che con ogni probabilità dovrà nominare un commissario. E pensare che la Lega era da poco uscita dal periodo di commissariamento: il 4 febbraio 2023 Patrizia Caselli era stata eletta segretaria provinciale con il 65% dei voti, battendo Simone Dall'Orto (sindaco di Traversetolo). Quel consenso ora è evaporato. C'è chi parla di malcontento strisciante da lungo tempo e chi, invece, accusa i dimissionari di fare il male del partito. La stagione dei veleni è iniziata: al commissario - quando arriverà - toccherà il difficile compito di «bonificare» il partito.
Pierluigi Dallapina
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata