Viabilità
Dopo decenni di idee, proposte, dibatti e promesse, la via Emilia bis, la variante che dovrebbe sostituire il percorso della storica strada consolare fra Parma e Reggio Emilia, è entrata nell’elenco delle opere da eseguire nell’ambito della programmazione Cipess (Ministero delle Infrastrutture), che ha dato mandato ad Anas di procedere con l’inserimento nell’elenco delle opere da realizzare.
I tempi sono tutti da definire, ma ci sono le premesse per rendere concreto un progetto finora solo virtuale. E il Comune di Parma è deciso a fare la sua parte. L’assessore Gianluca Borghi ha illustrato lo stato dell’arte in commissione consiliare: «Sappiamo che si tratta di un’opera delicata, che inciderà su un territorio sensibile – ha premesso Borghi – per questo riaffermo la piena disponibilità al dialogo anche in sede consiliare. Ma la via Emilia Bis era inserita nel programma elettorale della coalizione, nel Documento Unico di Programmazione, ed entrerà nel Piano mobilità sostenibile, in fase di redazione. In ogni caso dovremo prendere una decisione. Anas e Regione procederanno poi a redigere il progetto esecutivo». In campo ci sono tre opzioni per il territorio, ma quella del percorso a nord sembra l’ipotesi più accreditata e meno impattante dal punto di vista ambientale. «Quel che è certo – ha ribadito Borghi – è che la futura via Emilia Bis sarà una strada di scorrimento, ma solo a due corsie, e la via Emilia attuale potrà essere dedicata anche alla mobilità «dolce», pedonale e ciclabile». Chi di via Emilia Bis preferirebbe non parlare è Enrico Ottolini di Europa Verde: «È un’opera impattante che mette a rischio un territorio delicato e fragile – ha detto – in questa zona ci sono attività agricole, caseifici, strutture turistiche, ristoranti, oltre ad aree ambientalmente rilevanti. Se c’è la Cispadana, serve a poco una nuova Emilia Bis. Tuttavia auspico che si raggiunga un’intesa a metà strada, con soluzioni meno impattanti». Anche il presidente del Consiglio Michele Alinovi è consapevole della delicatezza dell’intervento, che però ritiene necessario: «La futura via Emilia non è alternativa alla Cispadana – ha affermato Alinovi – e le soluzioni di piccolo cabotaggio non risolverebbero i problemi». Il presidente della Commissione Franco Torreggiani ha spiegato le novità maturate a livello ministeriale e ha auspicato che si intrattenga un rapporto positivo con Regione e Anas in fase di progettazione: «Di questa strada non si può fare a meno - ha affermato – è una grande opera, un treno che non possiamo perdere». Un distinguo è arrivato da Stefano Cantoni: «Gli studi presentati evidenziano molte criticità da risolvere. Siamo in fila con altre opere prioritarie, quindi sarebbe bene lavorare a soluzioni temporanee come la tangenziale per San Prospero». Ma per Borghi le scorciatoie non risolvono i problemi, «serve una risposta strategica che guardi al futuro per il bene della comunità».
Antonio Bertoncini
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