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OMICIDIO

Via Marx, uccise la moglie nel sonno: sì alla consulenza psichiatrica

Via Marx, uccise la moglie nel sonno: sì alla consulenza psichiatrica

di Georgia Azzali

07 Agosto 2024, 03:01

«Ho avuto un momento di buio e ho sparato. Non riesco a spiegarmi perché l'ho fatto». Un cortocircuito improvviso: li aveva descritti così, Giorgio Miodini, durante l'interrogatorio di garanzia, quegli istanti nella casa di via Marx quando aveva ucciso la moglie Silvana. Un colpo di fucile all'addome, verso le 8 del 15 maggio, mentre lei stava ancora dormendo. E in quel black out, la procura, ora, vorrebbe vedere chiaro. Scavare nella mente di quell'uomo che a 76 anni ha sparato a bruciapelo alla donna, coetanea, con cui aveva condiviso la vita. Il pm Paola Dal Monte ha disposto una consulenza psichiatrica su Miodini: l'incarico è stato affidato a Matilde Forghieri, specialista modenese. Novanta giorni per depositare la relazione. La difesa ha nominato come proprio consulente lo psichiatra parmigiano Giuliano Turrini. «Condividiamo la decisione della procura. Vista la situazione in cui è maturato l'omicidio, le condizioni e l'età di Miodini, è doveroso verificare il suo stato - sottolinea il difensore Mario L'Insalata -. Poi, in base alle conclusioni, vedremo eventualmente come muoverci sulla misura cautelare».

E' in carcere da quel giorno di metà maggio, Miodini. La relazione medico-legale deve ancora essere depositata, così come non sono ancora terminati gli esami del Ris. Silvana Bagatti era stata uccisa con un fucile da caccia irregolare: «una vecchia arma di famiglia, lasciata a mio padre e che io avevo portato a casa nel 2003, ma poi ho dimenticato di denunciarla», aveva spiegato Miodini. Un elemento, tuttavia, tutt'altro che secondario, tanto che il pm aveva contestato a Miodini la premeditazione: un'aggravante, così come quella del coniugio, che significa ergastolo. Ma in quella casa gli investigatori avrebbero dovuto trovare anche un'altra carabina, regolarmente denunciata, di cui però non c'era traccia. «Non ce l'ho più da molti anni, devo averla data a qualcuno», aveva spiegato Miodini. Dopo l'interrogatorio di garanzia, però, il gip ha escluso la premeditazione. Ma bisognerà attendere la conclusione delle indagini per capire in quale direzione andrà la procura. Per vedere se la premeditazione reggerà.

E in questo senso la consulenza psichiatrica sarà determinante. Una totale incapacità di intendere e volere porterebbe direttamente all'assoluzione, con (quasi certamente) un certo numero di anni da scontare in una Rems. Ma anche una capacità parziale avrebbe un peso, anche poi nella fase processuale, facendo scattare uno sconto di pena.

Tassista in pensione, Miodini viveva solo con la moglie. Silvana, di cui si è saputo pochissimo in questi mesi. Uccisa in quel letto da cui si alzava raramente, soprattutto negli ultimi due anni, piegata da una depressione che le toglieva l'aria. E solo il marito si sarebbe occupato quotidianamente di lei. Senza figli, due nipoti e qualche raro amico. Fino a quella mattina. Quando tutto è diventato insostenibile.

Georgia Azzali

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