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IL CASO

Ex scalo merci: continua il via-vai di vite allo sbando

Ex scalo merci: continua il via-vai di vite allo sbando

di Luca Pelagatti

13 Agosto 2024, 03:01

«E’ una specie di sfida senza fine. Ogni tanto arrivano forze dell’ordine e operai che murano tutto e per un po’ l’ex scalo merci sembra bonificato. Ma poi basta fare passare qualche giorno e tutto torna come prima. Ovvero, come adesso».

A parlare, eloquentemente mostrando dalle vetrate un palese e preoccupante andirivieni di occupanti e senzatetto , è una delle responsabili della Casa della Salute per il Bambino e l'Adolescente di via Fratti.

Da questa parte del vetro i piccoli di Parma vengono visitati e vaccinati. Dall’altra, a pochi metri di distanza, le ombre senza un nome e un tetto, gli ultimi tra i tanti disperati che popolano le nostre strade si costruiscono capanne di cartone e ferraglia. E a colpi di vinaccio in cartone si tramortiscono per passare una altra notte.

Che lo scalo merci sia una ferita nel cuore della città non è certo una scoperta. Da anni gli esposti dei residenti si trasformano in periodiche retate e irruzioni delle forze dell’ordine mentre, secondo quanto riferito dal Comune, l’anno prossimo dovrebbe essere quello definitivo per l’avvio del progetto di recupero di quella grande superficie abbandonata.

Ma intanto, chi abita e chi lavora li intorno scuote la testa: «Se ne parla da tanto tempo di una riqualificazione che ormai fatichiamo a crederci». Non è solo amarezza: e che la convivenza davvero non è facile.

Da qualche mese l’accesso all’ex deposito ferroviario è stato recintato per rendere più difficile l'accesso ma basta guardare sul lato sinistro del nuovo cancello per vedere che la rete, tutt'altro che himalaiana per altezza e difficoltà, viene scavalcata senza sosta. E il reticolato si è trasformato in una sorta di comoda scaletta.

Una volta dentro poi, poi poco cambia: porte, finestre, accessi di ogni tipo sono stati murati con uno spesso strato di mattoni. Ma le tettorie restano agibili e i rottami trovati in giro servono come prefabbricati per ripari di fortuna. In particolare, una baracca spicca sul muro di forati: ha anche un doppio ingresso - uno protetto da una tenda - e gli occupanti si vedono passare con i sacchetti di plastica pieni di bottiglia.

«Sarebbe spiacevole se ci limitassimo a doverli vedere passare - spiega il personale della Casa della Salute del bambino. - Purtroppo ce li troviamo anche all'interno».

Lo scorso anno un tentativo di occupazione con tende come quello del ponte Europa è stato stoppato appena in tempo mentre, in particolare nei mesi freddi, anche il parcheggio sotterraneo diventa preziosa tana. «Ma c'è di peggio: da un paio di settimane non abbiamo più le macchinette delle bibite: venivano forzate e svuotate ogni pochi giorni e alla fine sono state eliminate».

Una specie di ammissione di impotenza? Pare di si, così come preoccupante è sapere che per i lucernari che servono a dare luce al parcheggio è stato di recente necessario provvedere ad una saldatura. Altrimenti venivano sollevati e usati come scorciatoie. «Anche all'interno della Casa della Salute troviamo tracce di effrazione. Ma qui ci sono porte antipanico che si aprono con una spinta», è l'amara constatazione. Così, quando suona l'allarme arrivano le guardie per controllare e poi si ritorna alla ordinaria amministrazione.

«In questa stagione, comunque, con la luce fino a tardi, tutto sommato si riesce a tirare avanti. Il brutto è quando il sole tramonta presto». Allora, i disperati dello scalo merci si mescolano alle mamme coi bambini che vanno a fare le vaccinazioni. «E ci sono stati episodi spiacevoli», è il commiato mormorato a mezza voce.

Intanto una delle ombre del deposito scavalca e passa: è scalzo, barcolla e si infila in una fessura tra due lastre di metallo con un sacchetto in mano. Il centro di Parma è appena oltre i tetti. Ma ferragosto, qui, si festeggia così.

Luca Pelagatti

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