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Lieto fine per Positano: dopo due mesi si è lasciato riabbracciare

Lieto fine per Positano: dopo due mesi si è lasciato riabbracciare

01 Settembre 2024, 03:01

Doveva riguadagnare fiducia in un mondo che in passato è stato cattivo e gli ha lasciato un'eredità di grandissime paure. Alla fine c'è voluta la tenacia Ferdinando Corradi, istruttore cinofilo di Dog Squad a San Secondo, per convincere Positano a farsi riabbracciare dopo due mesi.

La fuga di questo meticcio che da 8 anni vive in canile ed ha fobia degli umani, era diventata inevitabilmente fatto di cronaca. Portato a San Nazzaro di Sissa-Trecasali per una prima visita di ambientamento da una possibile famiglia adottante, non era stato dotato di pettorina anti-fuga e non era stata data importanza all'assenza di recinzione attorno alla casa. Anche a causa di questa vicenda il Comune aveva sciolto la collaborazione con la cooperativa «Il Ciotolo», che aveva in gestione il canile municipale Lilli e il Vagabondo, e si è affidata a una nuova gestione.

Ma torniamo a Positano e alle ricerche partite subito con l'aiuto di tante persone volontarie. Non avendo avvistamenti e non trovando tracce, nel tempo il gruppo si è assottigliato. «Io ho continuato - racconta Corradi - perlustrando piano piano le zone limitrofe e ampliando sempre più il territorio». A sue spese e con tutte le risorse a sue disposizione: cani molecolari, videotrappole e l'aiuto prezioso di Marco Fanti, cercatore di cani dispersi, e del veterinario Alan Risolo. «Ho identificato delle tracce, ma lui si spostava sempre e non riuscivo a vederlo. Dopo vari appostamenti a tutte le ore del giorno e della notte sono riuscito individuarlo in aperta campagna vicino ai fontanili di Viarolo. E a quel punto ho creato un punto cibo». Nel frattempo con l'aiuto di fototrappole e visori notturni ha capito il suo percorso e visori notturni, ed è arrivata piano piano la svolta. «La cosa più bella è che il cane, indipendentemente dal fatto che sia fobico, ha iniziato a fidarsi di me e seguendo il mio odore ha iniziato a venirmi incontro pur non lasciandosi prendere. C'è voluto ancora del tempo, ma poi ha preso coraggio ed è entrato nella gabbia trappola». Non ha mai fatto sapere che lavoro stesse facendo, Corradi, nemmeno quando sapeva di essere sulle tracce giuste. «Devo ringraziare tre persone: due volontarie del canile, Cinzia Botti e Cinzia Lesignoli che mi hanno sostituito nella postazione col cibo quando non potevo esserci a una certa ora, e poi Samuele Cani, un collega che mi ha sempre aiutato nel finale negli appostamenti e nel recupero». È stato lo stesso Corradi a riportarlo ieri al canile comunale.

«Gli va un grazie immenso per non aver mai mollato la ricerca - dice Gabriella Meo, garante comunale per la tutela degli animali - Vorrei che questa storia ci insegnasse qualcosa: le adozioni dei cani vanno fatte ma fatte con grande criterio e qui è stata inanellata una serie di errori molto grossi. Un cane fobico come Positano non può andare in adozione in una casa di campagna non recintata. Questa storia ci insegna anche che il mondo del volontariato va ascoltato perché ha una grande esperienza, soprattutto nel caso di cani complicati. Ora sarà avviato un nuovo programma per Positano, perché possa trovare la giusta accoglienza. Ci sono cani per tutti e cani, invece, per persone col cuore più grande».

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