EDITORIALE
C’è qualcosa di spaventoso nel dramma notturno di Viareggio, nelle sfuocate immagini che sembrano raccontare un incidente stradale e invece testimoniano qualcosa di mostruoso. Il filmato dura pochi secondi: i fari di una macchina bianca illuminano la sagoma di uomo che cammina spedito lungo la strada. La macchina sterza e lo investe, lo sospinge contro una vetrina: poi fa una brevissima retromarcia e ripunta in avanti una, due, tre volte: si vede il lieve sobbalzo causato dal passaggio delle ruote su qualcosa che è a terra. Infine dall’auto scende una donna che si china un attimo, prende una borsa e se ne va. A terra resta un uomo in fin di vita, 47 anni, algerino, uno di quei disgraziati catalogati «senza fissa dimora».
Poco prima aveva strappata la borsa a quella donna, un’imprenditrice, che stava salendo in macchina. «Ho un coltello» aveva avvertito il mariuolo.
Nella notte di Viareggio va in scena una sorta di caccia grossa: la donna insegue l’uomo, lo investe e per essere certa di metterlo in condizione di non nuocere, lo investe almeno tre volte. Poi si riprende il maltolto, se ne va a casa non prima d’essere passata al vicino ristorante per restituire, cittadina esemplare di Viareggio, l'ombrello preso in prestito nella sera piovosa.
Adesso - spiega l’avvocato difensore - la donna, arrestata per omicidio volontario, si dispera. «Non volevo fargli del male, non volevo ucciderlo: solo riprendere la borsa con i documenti e le chiavi. Temevo che l’uomo potesse seguirmi fino a casa».
Sicché ecco spiegate le brevi e sobbalzanti manovre: per spezzargli le gambe e avere la certezza di non essere seguita. La vicenda è di una gravità nuova, se così si può dire: carica di un nuovo orrore e dello smarrimento di una sia pur debole umanità. Non voleva uccidere, ripete la signora. E la cosa spaventevole è che può essere vero: si tratta di «legittima difesa» da parte di una donna sola nella notte, scippata da una figura in sembianze umane sotto le quali si nascondeva un pezzente pericoloso.
La donna, maltrattata e lesa nella sua dignità di persona per bene da un perdigiorno malavitoso, decide di riprendersi la borsa e di tutelare i suoi averi in fretta. Operazione facile: per compiere la quale in tutta sicurezza, c’è però un solo modo: eliminare, mettere fuori gioco l’«uomo nero» che l’ha scippata. E come in una serie di «Narcos», ecco la donna - un’imprenditrice di successo - agire d’istinto facendosi giustizia da sé.
Eccolo là nella notte, l’uomo in fuga. Un piccolo botto ed è fuori combattimento. Certo, non voleva uccidere: soltanto eliminarlo almeno per un po’ di tempo. È morto? Sì, un po’ dispiace… ma … «Ma se fosse stato un cittadino normale non si sarebbe trovato in quella situazione e non sarebbe stato ucciso» dice Matteo Salvini: «Vedremo gli sviluppi dell’inchiesta».
A forza di ingerire violenza e crudeltà, abbiamo perduto la consapevolezza del valore della vita umana. La terribile notte di Viareggio ci dice che la pietà è morta. Ma sperare in un riscatto morale è un dovere civile che dobbiamo coltivare con tutte le nostre forze.
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