Tragedia sulla Cisa
Un sorriso contagioso e una persona solare, allegra e rispettosa di tutti. Questa è la descrizione ricorrente di Mirco D'Errico, il motociclista parmigiano 33enne (avrebbe compiuto 34 anni domenica prossima) che ieri pomeriggio ha perso la vita, mentre era in sella alla sua due ruote, in località Casola di Terenzo, dove stava facendo un giro con alcuni amici.
Il sorriso di Mirco - operaio, padre di una figlia piccola, abitava nella zona di Baganzola - si è spento ieri intorno alle 18. A strapparlo alla vita, alla sua famiglia, alla sua compagna e alle tante persone che lo stimavano e gli volevano bene, un destino cinico che ha trasformato una gita in moto in un una tragedia.
Mentre stava viaggiando sulla statale della Cisa, in località Casola di Terenzo, infatti, per cause al vaglio dei carabinieri di Fornovo intervenuti per i rilievi di legge, il giovane ha perso il controllo della sua moto finendo in una scarpata. Un volo di alcune decine di metri fatale al centauro. Troppo gravi le ferite riportate finendo nel dirupo.
Gli amici che erano con lui hanno subito dato l'allarme telefonando alla centrale operativa del 118 che ha fatto scattare la macchina dei soccorsi. Purtroppo inutili.
In quel tratto di statale della Cisa sono così arrivati, oltre ai carabinieri della stazione fornovese, i tecnici del Soccorso alpino dell'appennino parmense, i vigili del fuoco, un'auto infermieristica da Fornovo, un'ambulanza da Calestano e si è alzato in volo anche l'Eliparma. Raggiunto il punto in cui il 33enne era precipitato, nonostante i prolungati tentativi di rianimazione, purtroppo il personale sanitario intervenuto non ha potuto fare altro che constatare il decesso del giovane motociclista. Il corpo di D'Errico è stato successivamente recuperato con manovre di corda fino alla sede stradale.
La notizia della scomparsa di Mirco in breve si è sparsa in città, tra i tanti che conoscevano questo ragazzo allegro, educato e sempre pronto a mettersi a disposizione degli altri. Bravo lavoratore, aveva diverse passioni che ne fotografavano il carattere. Una era sicuramente quella della moto che, come racconta un amico, «faceva tutt'uno con il piacere della libertà che si prova a stare in giro con gli altri. Amava la moto perché era una persona libera, senza pregiudizi verso alcuno». Così come la passione per le camminate nella natura scegliendo come meta alcune perle del nostro Appennino come la Valparma che, con i suoi laghi e le sue meraviglie, da sempre è rifugio per chi cerca un angolo di quiete e bellezza per ricaricarsi e tornare ad affrontare gli impegni cittadini.
«Era davvero un bravo ragazzo - aggiunge una persona che conosceva bene il motociclista scomparso -, uno di quelli che andavano d'accordo con tutti. Mirco era un persona semplice e amava molto lo sport, stare con la sua famiglia e in compagnia degli amici. Non ho mai sentito da parte sua una parola fuori posto. Era allegro, certamente, ma senza mai trascendere. Il suo sorriso ci mancherà tanto».
Michele Ceparano
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