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Tep, sui bus arriva la «security». I passeggeri: «Servizio necessario»

Tep, sui bus arriva la «security». I passeggeri: «Servizio necessario»

18 Settembre 2024, 03:01

Davanti alla scritta «security» c'è chi indietreggia, cambia strada. Chi addirittura scende dall'autobus in tutta fretta. Qualcun altro, invece, incuriosito, si avvicina per chiedere qualche informazione. Le reazioni alla presenza degli addetti alla sicurezza sugli autobus della Tep sono le più diverse.

A bordo del bus 7

L'esordio, annunciato nei giorni scorsi tramite una conferenza stampa in municipio, è stato lunedì sera: il primo turno in città è iniziato dalla fermata della stazione. Per capire qualcosa in più sulla novità appena introdotta dall'azienda di trasporto pubblico, è bastato salire con i «vigilantes» sulla linea 7 delle 20.15, che dalla stazione arriva fino al Campus. Sono ancora da definire nel dettaglio le modalità di espletamento del servizio, ma per ora gli addetti partono in coppia e si riconoscono immediatamente: braccia conserte, divisa nera e una maglietta con la scritta bianca: «Security» stampata dietro alla schiena. Li seguiamo durante la prima notte in turno. Ancora prima di salire sul bus, c'è chi si avvicina per chiedere informazioni: «Dove posso comprare i biglietti, qui in stazione?», chiede un uomo sulla sessantina. Bilel, uno dei due addetti alla sicurezza, dà alcune indicazioni. Poi, intuendo di non essere stato capito, aggiunge: «Venga, l'accompagno io». «Ci chiedono molte informazioni - racconta Bilel -, fa parte anche questo del nostro lavoro: se c'è qualcuno in difficoltà noi, se possiamo, diamo una mano». Anche saliti sul bus, in diversi si avvicinano chiedendo informazioni sulla tratta, sulle fermate, su come scannerizzare i nuovi biglietti. Dopo aver «studiato la situazione», qualche curioso si avvicina per chiedere informazioni: «Chi siete? Che servizio è?».

«Ci sentiamo più sicure»

Tra i tanti c'è Natalia Cavalletti, una giovane parmigiana che dice: «Siete gli addetti della security? Finalmente: prendo sempre l'autobus da sola, verso sera, in stazione: era diventato un incubo per me». L'affermazione della ragazza incuriosisce Bilel, che la invita a dire qualcosa in più: «Spesso sono stata molestata verbalmente da gruppi di ragazzi - racconta la giovane -: frasi, urla, atteggiamenti molesti. In questi anni di viaggi in autobus ne ho viste, sentite e subite di ogni. Mi è capitato proprio qualche mattina fa di essere disturbata da un gruppo di ragazzi nordafricani». E proprio per questo aggiunge: «Vedendovi salire ho tirato un sospiro di sollievo - confida Natalia -. Per noi ragazze è una sicurezza in più: mi sento più tutelata».

La stessa cosa dice un'altra giovane, Emily, seduta qualche posto più avanti: «La security a bordo? Una delle novità più utili che abbiano fatto in città ultimamente: così mi sento più sicura», afferma. E anche per i passeggeri più anziani il servizio diventa «necessario non solo per la sicurezza - dichiara Antonio Mancini -, ma anche per sentirci tutelati sugli spazi, i posti a sedere e se abbiamo bisogno di qualche informazione». Il vicino di posto aggiunge: «Io vedendo questi ragazzoni - sorride - mi sento più sicuro: era ora che mettessero delle figure di questo tipo. Fa male, però, pensare che a Parma sia necessario avere degli addetti della sicurezza sui mezzi di trasporto».

«Fermati degli ubriachi»

Gli addetti alla sicurezza, prima di iniziare ufficialmente il loro servizio, hanno affrontato una settimana di prova. «In quei giorni abbiamo visto di tutto - racconta la coppia di vigilantes -. Più di una volta sono salite sul bus persone ubriache che urlano, litigano fra loro, disturbano i passeggeri: siamo dovuti intervenire placandoli». E spiegano: «Prima dobbiamo cercare di tranquillizzarli usando le parole, se diventano aggressivi e ci colpiscono possiamo difenderci».

«Giù i piedi dai sedili»

La corsa notturna sul 7 sembra scorrere tranquilla. Anche perché in diversi, appena vedono la divisa nera della security, tentennano sulle porte e poi via, scendono di corsa: «Molti credono che siamo dei controllori», ride Bilel. In tutta la serata è servito un unico intervento (per fortuna): una giovane si è stesa sui sedili, mettendo i piedi (e quindi le suole sporche delle scarpe) sulla seduta accanto. Bilel è andato subito da lei, invitandola a sedersi diversamente. Poi ha aggiunto: «Bisogna rispettare gli altri».

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