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Città penalizzata

I sindacati: «Pochi posti di ruolo: nelle scuole di Parma troppi supplenti. E mancano insegnanti di sostegno»

I sindacati: «Pochi posti di ruolo: nelle scuole di Parma troppi supplenti. E mancano insegnanti di sostegno»

di Mara Varoli

19 Settembre 2024, 03:01

«A Parma assegnati pochi posti di ruolo: in aumento i docenti supplenti».

Secondo Maria Gentilini, segretaria generale Cisl Scuola di Parma e Piacenza, non solo la nostra città, ma tutta l'Emilia Romagna è stata penalizzata: «La premessa è generale - spiega Gentilini -. Quest'anno le operazioni riguardanti l'assegnazione dell'organico, i numeri per il ruolo e le procedure di attribuzione dei ruoli e delle supplenze si sono svolte tutte nella seconda metà di agosto, portando ad una sovrapposizione di operazioni che ha influito tantissimo nella confusione attuale. Un'operazione caotica e complessa, che sicuramente ha influito molto negativamente sul personale che attendeva il posto, oltre a portare ansia e possibilità di errore».

Tempi troppo ristretti e compressi: «Come conseguenza è che il primo settembre non avevamo nominati i docenti e solo parte del personale Ata, solo gli insegnanti di ruolo erano in servizio - continua Gentilini -. A tutt'oggi ancora stanno facendo centinaia di chiamate da istituto per posti da docente supplente e Ata supplenti. C'è stato infatti un conseguente aumento del precariato: la sovrapposizione dei tempi ha portato dei ritardi. Il numero dei posti destinati ai ruoli assegnati dal Ministero, sia docente che Ata quest'anno è stato particolarmente ridotto rispetto agli anni precedenti, per cui sono inevitabilmente aumentati i numeri dei supplenti. Per i ruoli, la regione Emilia Romagna, Parma in particolare, insieme alla Campania e alla Sardegna risultano più penalizzate rispetto al resto d'Italia, considerando il rapporto tra posti vacanti e posti assegnati in ruolo, abbiamo subito una decurtazione più significativa: i supplenti vanno a coprire in media oltre il 20 per cento dei posti in organico. E questo non è un trend positivo per la scuola».

A scuola iniziata la situazione nei nostri istituti è tutta in divenire «per la lentezza normativa e di norme applicative del Ministero e della Regione - insiste Gentilini -. Nonostante l'Ufficio scolastico provinciale abbia lavorato senza interruzione, le operazioni di assegnazione dei posti hanno subito dei ritardi inevitabili e si protrarranno ancora». La nota positiva è che è aumentato il numero dei docenti di sostegno specializzati, «ma continuano a mancare posti di ruolo - chiude Gentilini - e quindi anche per questa categoria di insegnanti vengono usati supplenti senza titolo».

Su facebook Salvatore Barbera, segretario generale della Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil di Parma, ha scritto: «Mancano 13 dirigenti scolastici titolari nelle scuole, mancano molti Dsga (direttori servizi generali amministrativi) titolari nelle scuole, mancano posti da collaboratore scolastico, mancano posti da assistente amministrativo, tagliati in organico di fatto; mancano posti da assistente tecnico, manca un numero adeguato di altri profili Ata e di educatori previsti in scuole come il Convitto, mancano gli insegnanti di sostegno in numero sufficiente, mancano gli insegnanti di materia in numero sufficiente a evitare la creazione di classi-pollaio o peggio di classi-ghetto». Barbera fa poi un'analisi per ognuno dei punti: «In assenza di un dirigente scolastico titolare, un altro dirigente scolastico dovrà condurre più scuole contemporaneamente, rischiando di gestirle male entrambe e per di più sottopagato. In assenza del numero adeguato di collaboratori, non potrà essere garantita la sicurezza, la pulizia e l'igiene, la piena vigilanza dei minori negli spazi comuni. In assenza del numero adeguato di assistenti tecnici, i laboratori delle scuole rischiano di bloccarsi o comunque di esporre i ragazzi a incidenti o malfunzionamento didattico. In assenza di un numero congruo di insegnanti di sostegno, molti studenti con disabilità avranno solo una copertura parziale dell'orario con i docenti per l'inclusione. Questo significa che lo studente rimarrà "scoperto" per una parte dell'attività didattica. Ne consegue che l'insegnante di posto comune è nei fatti impossibilitato a prestare la dovuta azione di supporto e di integrazione a studenti, che invece avrebbero diritto alla priorità assoluta. Da aggiungere che invece all'insegnante di sostegno saranno affidati più studenti ad ore ridotte e su cui dovrà alternarsi, rendendo più difficile e complesso il lavoro, e soprattutto indebolendo l'efficacia dell'intervento didattico».

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