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FESTIVAL VERDI

«Un ballo in maschera» che convince a metà

«Un ballo in maschera» che convince a metà

di Lucia Brighenti

28 Settembre 2024, 03:01

È un’opera declinata in chiave giovanile, il secondo titolo del Festival Verdi 2024: «Un ballo in maschera» ha debuttato ieri sera al Teatro Giuseppe Verdi di Busseto puntando su un cast composto in buona parte da allievi ed ex allievi dell’Accademia Verdiana del Teatro Regio di Parma, e sull’Orchestra Giovanile Italiana, nata in seno alla Scuola di Musica di Fiesole, tutti sotto la guida esperta del direttore Fabio Biondi.

Nella stessa direzione puntava la scelta di un regista di nuova generazione come Daniele Menghini. Tra il pubblico di ieri c’era chi si chiedeva se una scelta di questo tipo abbia senso nel contesto di un Festival. I rischi in effetti non mancano, perché se l’operazione vuole essere didattica, a favore di cantanti e orchestrali che iniziano il loro percorso nel professionismo, proporli davanti a un pubblico che si trova in teatro per il secondo titolo del Festival Verdi potrebbe non far capire l’impegno di questi giovani. Nel complesso, comunque, se i pareri scambiati nel foyer erano piuttosto critici, gli applausi hanno coronato la serata, con qualche dissenso per la regia. Biondi ha fatto un’operazione a favore di questi ragazzi, con scelte di tempi per lo più riflessivi, attenti a tenere pulita e coesa la compagine orchestrale e a mantenere assieme buca e palcoscenico.

Nel cast, tutto formato da interpreti al debutto nel proprio ruolo, spiccava indubbiamente l’Ulrica di Danbi Lee, dotata di bel timbro e ampiezza di estensione, che ha donato allo spettacolo il personaggio meglio delineato.

Buona prova anche quella di Lodovico Filippo Ravizza (Renato), applaudito in «Eri tu che macchiavi quell’anima», mentre ha avuto qualche problema in più Giovanni Sala (Riccardo). Emozionata Caterina Marchesini (Amelia) come anche Licia Piermatteo (Oscar), che ha preso coraggio su «Saper vorreste». Completavano il cast Giuseppe Todisco (Silvano), Agostino Subacchi (Samuel), Lorenzo Barbieri (Tom), Francesco Congiu (Un giudice/ Un servo di Amelia). Tra gli attori più esperti della serata il Coro del Teatro Regio di Parma, preparato da Martino Faggiani.Anche la regia di Daniele Menghini va nella direzione di una lettura giovane, facendo aprire le scene su un post-sbornia di una festa alla corte del conte Riccardo, rappresentato come un giovane gaudente in cerca di evasione e appassionato di feste in maschera.

Con le scene di Davide Signorini, i costumi di Nika Campisi e le luci di Gianni Bertoli, l’allestimento (realizzato in coproduzione con Teatro Comunale di Bologna e Fondazione Rete lirica delle Marche) sembra volersi ispirare alle atmosfere un po’ grottesche e ironiche de «I pirati dei caraibi» o al gotico scanzonato di Tim Burton.

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