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Traversetolo

Turismo dell'orrore davanti alla villetta di Vignale

Turismo dell'orrore davanti alla villetta di Vignale

di Maria Chiara Pezzani

01 Ottobre 2024, 03:01

Mentre il paese cerca di riprendere, per quanto possibile, una sorta di normalità, ogni nuovo dettaglio che si aggiunge alla narrazione di questa vicenda non fa altro che alimentare la confusione, i commenti, le domande che ancora affollano la mente delle persone. Anche la morbosità.

E sa da un lato nei giorni scorsi le telecamere in giro erano ormai poche (ma i riflettori alla luce delle ultime novità erano inevitabilmente destinati a riaccendersi), pare invece che siano diverse le persone giunte appositamente in via Baietta per vedere da vicino il luogo, scattare una foto o un selfie davanti al cancello ormai noto alla cronaca, oggi carico di fiori e di peluche.

Una sorta di «turismo dell'orrore» che ormai contraddistingue i grandi casi di cronaca nera (esemplare fu il via e vai di fronte alla villetta di Cogne) e che non fa altro che ferire ulteriormente gli animi di una comunità che invece vorrebbe solo la certezza della verità che possa mettere fine alla vicenda. Ieri mattina a Traversetolo nessuno aveva voglia di parlare, di commentare le ultime novità, l’intervista rilasciata alle Iene dal padre dei due neonati, così come il ricorso della Procura al Tribunale del riesame per chiedere il carcere per la 21enne ora ai domiciliari.

«Non ne voglio sapere nulla di quella storia» dice una donna alla richiesta di un commento. Se ne fa carico ancora una volta il sindaco Simone Dall’Orto, che da diversi giorni auspicava che si spegnessero il clamore mediatico e la pressione quotidiana dei microfoni. «Ho pienamente fiducia nel lavoro svolto dalle forze dell’ordine – spiega -. Lentamente nuovi particolari stanno componendo questo mosaico, ma mi auguro che la vicenda possa chiudersi a breve e che si torni a parlare di Traversetolo per le sue eccellenze, per la cultura, per tutto quello che caratterizza il nostro territorio».La parola «fine» in realtà sembra ancora lontana in una vicenda che interroga e impone a tutti una riflessione. Così vorrebbe la parrocchia che ha organizzato una serie di incontri per le famiglie e i giovani per tentare di trasformare un evento negativo in un momento per far crescere la comunità. «Quando i tempi saranno maturi do la mia disponibilità ad incontrare Chiara» dice il parroco don Giancarlo Reverberi. Per accogliere e cercare di comprendere anche ciò che rifugge ogni comprensione.

Maria Chiara Pezzani

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