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L'intervista

Verso Bologna-Parma, Baraldi: «Fossi in Pecchia farei rivedere ai giocatori lo spareggio del 2005. Serve quella intensità»

Verso Bologna-Parma, Baraldi: «Fossi in Pecchia farei rivedere ai giocatori lo spareggio del 2005. Serve quella intensità»

di Vittorio Rotolo

03 Ottobre 2024, 03:01

Luca Baraldi, ci sono tanti motivi rispetto ai quali possiamo definire Bologna-Parma anche il «suo» personalissimo derby. Ce ne svela giusto uno?
«Due città cui sono fortemente legato, che mi hanno dato e continuano a darmi moltissimo sul piano umano e professionale. Al Bologna, da dirigente, sono stato in tre diversi momenti, tra il 2009 e il 2013. Particolarmente significativa la prima parentesi, con una salvezza sofferta ma meritata. In panchina c'era Franco Colomba».

Stagione 2009-2010 col Bologna che conquista tre punti preziosi a poche giornate dalla fine, superando proprio il Parma con la doppietta dell'ex Di Vaio.
«Esatto. Quando arrivai a dicembre, la squadra era in una situazione di classifica alquanto deficitaria. Colomba aveva preso il posto di Papadopulo, mentre nel ruolo di direttore sportivo ritrovai Fabrizio Salvatori che era stato invece mio compagno di squadra al Modena. Nel girone di ritorno quel Bologna cambiò marcia: ricordo una striscia di risultati positivi che ci consentì di respirare e di raggiungere, poi, l'obiettivo salvezza».

Il Parma è reduce da una brutta sconfitta casalinga col Cagliari: come ha visto la squadra?
«Non è un momento facile, mi sembra evidente. Vedo una compagine che ha grosse potenzialità, ma a tratti anche un tantino ingenua. Mi riferisco in particolare al terzo gol preso l'altra sera, praticamente meno di un minuto essere riusciti ad agguantare il pareggio: significa che c'è anche un problema di concentrazione alla base».

Oltre ovviamente a qualcosa da registrare a livello difensivo e non solo.
«Questo lo rivelano prima di tutto i numeri, visto che il Parma è ad oggi la difesa più perforata del campionato. Non so se la società stia pensando di intervenire, di sicuro dal punto di vista tecnico c'è da migliorare».

Il Bologna in Champions League, nel basket la sua Virtus in Eurolega (domani sera l'esordio casalingo contro l'Efes, ndr): che aria si respira in città?
«C'è tanta energia positiva, in questo momento. L'aeroporto è stato preso d'assalto dai tifosi che hanno deciso di seguire la squadra a Liverpool. Annoverare due squadre nelle massime competizioni continentali a livello di club per una città come Bologna costituisce una splendida vetrina, oltre che un orgoglio e una grande opportunità. Se penso al calcio, l'euforia che pervade oggi Bologna mi ricorda tanto quella di Parma, all'epoca dei grandi trionfi internazionali. Andare in giro per l'Europa era una festa. E tale gioia collettiva trascinava la squadra: i risultati erano indubbiamente figli anche del clima che si respirava in città. Ecco, penso che domenica al Dall'Ara il primo "nemico" del Parma sarà proprio l'entusiasmo dell'ambiente».

In estate il Bologna ha perso Zirkzee e Calafiori, partenze che hanno generato ben più di qualche mugugno nella piazza.
«Non entro nel merito delle scelte di mercato del club. Certo, sono usciti due giocatori importanti. Ma credo che la squadra, seppur molto giovane, abbia talento e qualità. Castro, giusto per citare uno tra i più in forma, è davvero un bel giocatore. Si tratta quindi solo di avere pazienza. In campionato il rendimento è stato fin qui altalenante, ma il Bologna non gioca affatto male. Se il Parma, per adesso, sconta qualche carenza difensiva, i rossoblu peccano in fase realizzativa non riuscendo a capitalizzare la mole di gioco sviluppata. Ma ripeto, è solo una questione di tempo».

Italiano le piace?
«È stata un'ottima scelta, un allenatore che a Firenze ha fatto benissimo raggiungendo anche due finali nelle competizioni europee. Italiano è un allenatore intelligente, che nella sua carriera ha già dimostrato di saper gestire il gruppo in maniera ottimale».

C'è da dire anche che, a Bologna, si è trovato a raccogliere la pesante eredità lasciata da Thiago Motta...
«In effetti è così: lo stesso Italiano, in conferenza stampa non molto tempo fa, ha giustamente sottolineato il fatto che non bisogna pensare al passato, ma guardare avanti. Un messaggio che vale per tutti: tifosi, addetti ai lavori, giornalisti. L'ombra di Thiago Motta continua ad aleggiare su Bologna, è normale sia così dopo una stagione del genere. Ma ora c'è una nuova guida tecnica, che va sostenuta».

Che partita sarà quella di domenica al Dall'Ara?
«Non credo che tra Bologna e Parma ci sia tutta questa differenza, quanto a valori che potenzialmente possono essere espressi in campo: i gialloblu non sono inferiori. Certo è che il Bologna può sfruttare l'onda dell'entusiasmo generato dalla Champions e dall'aver appena vissuto una partita storica in casa del Liverpool. Il club rossoblu sta toccando ora il punto più alto della sua storia, ma la Champions assorbe tante energie fisiche e mentali, alla squadra e direi in generale a tutto l'ambiente».

Quindi il Parma potrebbe approfittarne?
«Il Parma può trarre solo vantaggi da una partita come questa, per gli stimoli che un derby può dare. In primo luogo ritengo questo il momento migliore per affrontare il Bologna che è molto concentrato sulla Champions. Dalla squadra di Pecchia mi aspetto una partita gagliarda, affrontata con temperamento e mi vien da dire in maniera sfacciata, nel senso buono del termine: il Parma ha bisogno dei tre punti, ma al tempo stesso deve avere rispetto di un Bologna che vorrà sicuramente fare bene davanti al proprio pubblico. Poi, si sa, i derby sfuggono a qualsiasi tipo di pronostico».

Appunto, torna alla mente allora il famoso spareggio salvezza. Sono passati ormai quasi vent'anni.
«Eppure se fossi nei panni di Pecchia, in questi giorni di attesa, ai miei giocatori farei rivedere proprio il video di quella partita. Quella sera, dopo la sconfitta nella gara d'andata, eravamo l'agnello sacrificale, ormai condannati a un destino ineluttabile. Non so in quanti pensavano che avremmo potuto ribaltare le sorti del confronto. Ci giocavamo il futuro ed eravamo uniti, più che mai. Domenica il Parma deve scendere in campo con la stessa mentalità e voglia dei ragazzi di allora, cercando di replicare almeno la prestazione di vent'anni fa. Man e compagni hanno solo bisogno di credere nei propri mezzi: Bologna può essere la scintilla giusta».

Vittorio Rotolo

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