In Romania
La sua foto sorridente viene «incorniciata» da decine e decine di fiori coloratissimi. Rosso, bianco, viola, rosa. Un arcobaleno di petali ricopre la bara di Maria Campai, la 42enne uccisa brutalmente a Viadana nei giorni scorsi. Omicidio di cui è accusato un giovane di 17 anni del paese, che ora è in carcere.
I suoi funerali si sono svolti lontano, in quella terra che porta le sue radici più profonde: nella città di Turda, in Romania, nella regione della Transilvania. Si sono celebrati ieri pomeriggio, verso le 14. Maria è stata sepolta accanto ai suoi genitori.
Un ultimo saluto pensato, celebrato, condiviso con tutti: i suoi parenti, i fratelli, le sorelle Loredana e Roxana, ma anche i suoi figli, Giacomo di 21 anni e Manuel di 23 anni, entrambi volati in fretta dall'Italia in Romania per dirle addio. Erano due anni e mezzo che Maria Campai, che in ultimo viveva a Parma insieme alla sorella, non vedeva di persona i suoi figli, residenti con il padre Gabriele a Venturina, in provincia di Livorno (Maria e Gabriele avevano divorziato due anni fa, nel 2022, ma erano separati da tempo).
Un rapporto a distanza, ma non distante, quello con i suoi figli: si telefonavano quasi tutti i giorni, le videochiamate non mancavano mai e l'affetto, in un modo o nell'altro, riusciva a trapassare gli schermi, insieme ai chilometri. Giacomo e Manuel hanno preso l'aereo qualche giorno fa.
Sono partiti per la Romania per partecipare a tutte le «tappe» che caratterizzano l'ultimo saluto romeno. La salma di Maria è arrivata a Turda giovedì sera, raggiunta dalle sorelle Roxana (e dal compagno della sorella) e Loredana, che avevano partecipato alle ricerche della 42enne scomparsa. Nella stessa serata, hanno raggiunto la Romania in aereo i due figli, Manuel e Giacomo. Da quel momento, sono iniziati i riti tradizionali rumeni per dire «addio» a Maria. Riti che prevedono almeno due giorni e in cui si ricevono gli ospiti offrendo cibi e bevande. Giorni di condivisione, memoria, ricordo.
Gli ospiti che hanno partecipato al lungo funerale hanno portato alcuni regali come vestiti, denaro e vivande: oggetti che, secondo la loro tradizione religiosa, serviranno alla donna durante le sue tappe lungo il viaggio verso l'aldilà. Ieri, poi, l'ultimo saluto dopo i due giorni di celebrazione. «È andato tutto bene» scrivono Giacomo e Manuel a Gabriele, ex marito di Maria. Pieni di dolore: «Sarà difficile ripartire, per loro» ne è sicuro il loro papà, «ma io gli starò vicino - assicura - insieme ce la faremo».
Ora Maria è lì, in quella terra in cui amava ritornare sempre, dove c'erano i suoi affetti da riabbracciare: Parma-Romania era la tratta che percorreva, negli ultimi anni, più spesso. In quella terra dell'Est dove ci sono le sue radici più profonde, ora sotto quell'arcobaleno di petali. Lì, proprio di fianco alla sua mamma e al suo papà. Maria è tornata a casa.
L'ex marito Gabriele
L'ultima telefonata venti giorni fa «Ora devo pensare ai nostri figli»
Non poteva di certo immaginare che quel discorso quotidiano dall'altro capo del telefono sarebbe stato il loro addio. Gabriele, l'ex marito di Maria Campai, la 42enne uccisa brutalmente a Viadana, lo ripete in continuazione: «Non ci credo, non ho ancora realizzato - confida il 54enne -. Ci sentivamo spesso al telefono, eravamo divorziati, ma avevamo comunque un buon rapporto, soprattutto per il bene dei nostri figli». «Quando ho saputo quello che era successo - aggiunge - sono scoppiato in lacrime: ancora non riesco a crederci. Oltre che il dolore per la sua scomparsa, sono sconvolto per come sia successo: un atto impensabile, medievale, tremendo. Non riesco a farmene una ragione».
Poi ricorda l'ultima telefonata avvenuta 20 giorni fa: «Mi aveva chiesto se potessi farle avere una ricetta medica - fa sapere - quello è stato il nostro ultimo discorso». Divorziati dal 2022, separati dal 2020, ma distanti da molto più tempo: «Vivevamo insieme, ma di comune accordo ognuno aveva la propria vita - spiega l'ex marito -. Avevamo un buon rapporto, anche dopo la separazione parlavamo al telefono dei ragazzi». L'ultima volta che Gabriele e i suoi figli, Manuel e Giacomo hanno visto Maria è stato circa due anni e mezzo fa: «Però ai ragazzi non è mai pesato, Maria era comunque presente - riflette l'ex marito -. Quasi tutti i giorni condividevano la loro giornata tramite chiamate e videochiamate». Dopo la separazione, i due giovani «hanno deciso di rimanere con me a Venturina - dice Gabriele - perché è il luogo che sentono essere la loro vera casa».
Il matrimonio con Maria risale al 2000, nel 1998 i due si conoscono proprio a Turda: Gabriele era andato lì in vacanza, era stato amore a prima vista. Due anni dopo il matrimonio: «Stavamo benissimo, eravamo proprio innamorati - confida Gabriele - dopo qualche anno, sono iniziati i primi problemi di coppia».
Nei 20 anni trascorsi a Venturina, Maria aveva lavorato qualche anno come bracciante agricola nelle campagne di pomodori e spinaci, poi d'estate nei villaggi turistici e stabilimenti balneari della zona come addetta alle pulizie. Dopo il divorzio, Maria si era trasferita a Parma, insieme alla sorella.
I viaggi per la Romania, però, ultimamente erano molto frequenti. Parma è stata una seconda casa, Turda era il suo «cuore». «Sono davvero orgoglioso dei miei figli, del fatto che siano lì, a dare l'ultimo saluto alla loro mamma» sottolinea commosso Gabriele.
E a chi lo ferma per strada per fargli le condoglianze, lui dice: «Sono distrutto - chiosa - Maria è stata parte fondamentale della mia vita ed è la mamma dei miei figli: è a loro che adesso penso. Gli starò vicino. Perdere la mamma a vent'anni è una cosa troppo dolorosa da sopportare».
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