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Il doppio ex

Osio: «Parma-Empoli un crocevia»

Osio: «Parma-Empoli un crocevia»

di Matteo Giavazzoli

26 Ottobre 2024, 03:01

In vista del lunch match di domani in cui il Parma di Fabio Pecchia ospiterà l’Empoli di D’Aversa, ha parlato in esclusiva alla Gazzetta di Parma un doppio ex che ha lasciato dolci ricordi nelle menti di entrambe le tifoserie, Marco Osio, soprannominato “il Sindaco di Parma”, che firmò il primo «storico» successo in serie A di entrambe le squadre.

Andando in ordine cronologico con quella che è stata la sua storia nel calcio, Empoli arriva dopo l’esperienza al Torino dove cresce, matura e arriva ad essere pronto per la serie A Marco Osio. Che ricordi ha di quegl’anni?
«Al Toro ero una giovane promessa, poi sei anni dopo ho debuttato in prima squadra con Bersellini. Di quel periodo ricordo il nonnismo che regnava nello spogliatoio. Il rispetto verso i giocatori con più esperienza era la prima regola da seguire».

Poi arriva Empoli nella sua vita. E li non perde tempo per scrivere la storia, come accadrà del resto molte volte nella sua carriera.
«Proprio così. La prima giornata contro l’Inter a Firenze è indimenticabile. 1-0 per noi e segno il gol vittoria. Ma non finirà lì, perché quell’anno ci salvammo all’ultima giornata e anche in quell’occasione non mancai di siglare il gol salvezza contro il Como».

A questo punto è utile capire anche che giocatore e che centrocampista era Marco Osio. A Empoli pochi gol ma molto pesanti, a Parma poi ne arriveranno tanti, alcuni di questi estremamente importanti.
«Io ero un centrocampista atipico, forse molto moderno per quei tempi, mi piaceva spingermi sempre in area avversaria. Non ero un trequartista come Baggio o Zola, partivo a centrocampo e col modulo di Scala a Parma mi trovavo nella situazione idonea, mi permetteva di sfruttare tutte le mie qualità. Il mio dinamismo e la mia fame di gol spesso lasciava spazi vuoti in mezzo al campo e questo inevitabilmente suscitava le ironie dei miei compagni in particolare di Cuoghi che mi accusava di non capire i tatticismi. Io controbattevo dicendo che non capivo la tattica ma con me si vincevano le partite -ride- A parte gli scherzi bisogna considerare che in quella difesa strepitosa di quegli anni c’era Grün. Un giocatore straordinario che sopperiva alle mie mancanze e mi faceva da tappabuchi in mezzo al campo».

All’inizio della sua esperienza a Parma, Osio trova Zeman a guidare la panchina dei crociati. L’esperienza dell’allenatore però a Parma non fu delle migliori. Cosa non funzionò con Zeman?
«Con Zeman non funzionò il suo essere testardo. Se qualcuno interveniva nelle sue idee, si chiudeva ancora di più. La dirigenza gli chiese di cambiare l’assetto della squadra, troppo spregiudicato e offensivo per quel tempo. Ferrari, il portiere, si trovava in grossa difficoltà perché si ritrovava a giocare troppo alto e molto spesso coi piedi. Zeman era già proiettato al calcio di oggi, un allenatore già moderno in quegli anni e forse fu proprio questo a non funzionare».

Arrivano le prime grandi soddisfazioni anche a Parma. La conquista della Coppa Italia nella doppia battaglia – andata e ritorno – contro la Juventus di Roberto Baggio è nel cuore di Osio.
«Forse quella non era la miglior Juventus, ma quel Baggio era il vero Baggio. All’andata perdemmo 1-0 e segnò proprio il “Divin Codino”, io invece mi mangiai un bel gol. Al ritorno poi, 2-0 per noi, firmato da Melli e ovviamente Osio -sorride-. Parlando di sensazioni, devo ammettere che quella è stata una grande emozione, anche se poi arrivato ad un certo livello non voglio dire che ti ci abitui, ma impari a gestire tutto ed a mantenere un certo equilibrio».

Parlando del Parma di oggi, che idea si è fatto?
«Mi piace come giocano. Mi entusiasma soprattutto il fatto che affrontano con la stessa convinzione sia squadre di bassa classifica che squadre come il Milan. Se devo trovare un piccolo neo, chiamo in causa la difesa. Il reparto difensivo lascia un po' a desiderare, ma nonostante questo credo fermamente nella sua salvezza. La partita con l'Empoli sarà un grande crocevia per il proseguo del campionato».

Guardando a quelli che sono i dati statistici, non si può non evidenziare la grande compattezza difensiva dell’Empoli – solo cinque gol subiti dall’inizio della stagione, mentre a fare da contraltare le grandi individualità dei crociati.
«Bonny mi piace tantissimo, è un mix fra Lukaku e Zirkzee. Sta crescendo molto ed ora sta cominciando a trovare la via del gol. Lui e Man sono da grande squadra».

Matteo Giavazzoli

© Riproduzione riservata

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