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OMICIDIO STRADALE

Scontro mortale sui tornanti di Piantonia, motociclista patteggia 8 mesi

Scontro mortale sui tornanti di Piantonia, motociclista patteggia 8 mesi

31 Ottobre 2024, 03:01

Uno scontro su quei tornanti maledetti. Uno schianto sulla Cisa, a Piantonia, nel primo pomeriggio di una domenica di settembre. Una moto contro l'altra, e i due che vengono sbalzati a una decina di metri di distanza. Ma Mattia Strina non si è più rialzato da quella striscia d'asfalto. Morto a 22 anni sulla strada che tante altre volte aveva percorso in moto. Gravi ferite anche per l'altro motociclista - 42enne, residente a Sissa Trecasali - che era stato ricoverato in prognosi riservata. L'uomo, accusato di omicidio stradale, nei giorni scorsi ha patteggiato 8 mesi (con la condizionale). La patente è stata sospesa per un anno. Il giudice gli ha riconosciuto le attenuanti sia perché c'è stato un tentativo di risarcimento dei danni sia perché ci sarebbe stata una manovra non totalmente in sicurezza anche da parte di Strina.

E' passato poco più di un anno dalla tragedia. Quel 24 settembre il 42enne, in sella alla sua Cagiva, stava percorrendo la statale della Cisa in direzione sud. Un tratto in salita, all'uscita di un tornante delle «Scale di Piantonia»: erano le 13 circa quando la moto è uscita dalla curva andando verso la linea di mezzeria. In quel punto e nello stesso momento in cui dalla direzione opposta stava arrivando Mattia in sella alla sua Triumph. Uno scontro frontale, che ha fatto volare entrambi i motociclisti a qualche metro di distanza.

La macchina dei soccorsi si è attivata immediatamente, ma la scena è apparsa fin da subito drammatica. Vani i tentativi di rianimare Mattia, catapultato sull'asfalto del tornante A pochi metri, anche il 42enne, trasportato al Maggiore e poi ricoverato in Rianimazione.

Figlio unico, Mattia. Viveva a Riccò con la madre e dopo aver frequentato l'Enaip, era stato assunto come elettricista in una ditta di San Polo di Torrile. Perché Mattia metteva la passione in tutto quello che faceva. Pistoni e cilindri erano il suo mondo. E davanti a un motore sapeva sempre dove mettere le mani. Amava le moto e quel senso di libertà che solo una due ruote può regalare. Aveva cominciato con quella da enduro e poi aveva acquistato la Triumph su cui era in sella quella maledetta domenica. A Mattia piacevano anche le auto e aveva fatto dei sacrifici per acquistare un'Alfa Romeo Mito. Se l'era regalata per il suo compleanno. Ma il sogno è svanito troppo presto.

G.Az.

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