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Il caso

Borgotaro, il teschio trovato nei boschi non è di Florentina

Borgotaro, il teschio trovato nei boschi non è di Florentina

di Monica Rossi

03 Novembre 2024, 03:01

Borgotaro Fiato sospeso per settimane, in alta Valtaro e Valceno, dopo che a fine agosto un cercatore di tartufi si era imbattuto in un teschio nei boschi vicino alla strada provinciale 20 del Brattello, tra Borgotaro e Pontremoli.

Ricordiamo: l’uomo, un 43enne non del posto, aveva notato un rialzamento nel sottobosco e, credendo si trattasse di un tartufo, con il cane si era dato da fare per estrarlo. Fatto invece il macabro rinvenimento, aveva chiamato il 112.

I militari dell’Arma avevano transennato la zona, perlustrato le aree limitrofe alla ricerca di altri resti utili alle indagini e prelevato poi il teschio, affidandolo all’Istituto di Medicina legale dell’Università di Parma.

Da allora, per settimane, si sono rincorse le ipotesi più disparate: tra queste, la più insistente che si trattasse dei poveri resti di Florentina Nitescu, la 33enne madre di un bambino sparita nel 2013 dalla casa dove viveva con il compagno ad Albareto e mai più ritrovata.

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La Procura, aperta un’inchiesta, aveva nominato un consulente al quale era stato chiesto di stabilire se si trattasse di una morte recente oppure se i resti appartenessero a un'epoca storica (ad esempio all'ultimo conflitto mondiale) che nulla potesse avere a che fare con i casi di persone scomparse nella nostra montagna negli ultimi tempi.

Era stato chiesto inoltre di stabilire le cause del decesso e se il cranio appartenesse a un uomo o a una donna.

Sull’indagine vige ancora il massimo riserbo, ma stando a quanto sta trapelando, i resti non apparterrebbero a Florentina e neanche a una persona scomparsa negli ultimi decenni. Tantomeno a un combattente caduto durante la guerra. Dalle analisi sarebbe infatti emerso che si tratterebbe di un teschio risalente ad almeno 3 secoli, forse 4. Non è possibile, al momento, avere indicazioni per circoscrivere la datazione, ma diventa a questo punto naturale pensare che possano essere i resti di un pellegrino (tutto l’Appennino, tra il Parmense e la Lunigiana, era ed è attraversato da numerose vie di comunicazione) o di un viandante diretto chissà dove.

Quello del Brattello non è però l’unico mistero di quest’estate: a metà luglio, infatti, un altro teschio era stato rinvenuto nei boschi della Val di Parma, in quel di Langhirano. A ritrovare i resti, non intatti, fu un escursionista che aveva poi allertato le forze dell’ordine. Gli inquirenti non si sono ancora sbilanciati e anzi pare non vi siano elementi sufficienti per aprire un caso. Insomma, niente “giallo” estivo tra Langhirano e il Brattello ma sicuramente tanti spunti per chi, dotato di fervida immaginazione, potrebbe trarne ispirazione per scrivere un giallo ambientato nella nostra montagna.

Monica Rossi

© Riproduzione riservata

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